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19/12/2025 06:30:00

Ottantenne di Partanna scagionato dalle accuse di violenza sessuale, stalking e incendio

 Si chiudono con due distinte ordinanze di archiviazione, emesse dal Tribunale di Sciacca e da quello di Marsala, i procedimenti penali per stalking e violenza sessuale da una parte e incendio dall’altra, che vedevano indagato Vincenzo Recupero, ottantenne partannese che all’epoca dei fatti aveva 76 anni.

 

L’ultima archiviazione risale a poche settimane fa. E riguarda un incendio avvenuto a Castelvetrano nel novembre del 2021, quando in via Gentile, nei pressi di un ristorante pizzeria, andò a fuoco una Fiat 500 X, le cui fiamme coinvolsero anche un’altra auto parcheggiata a fianco.

La 500 era in uso ad un pizzaiolo di Partanna, Vincenzo Morsello, ma di proprietà della compagna, Grace Gambina (insegnante alla scuola Di Matteo di Castelvetrano). Entrambi dissero agli inquirenti di sospettare proprio di Recupero. Il motivo?

Una ritorsione, dopo che lei l’aveva denunciato per minacce, atti persecutori e violenza sessuale. E dato che entrambi affermarono di riconoscere Recupero dalla registrazione di alcune camere di sorveglianza in cui si vedeva un uomo col cappotto che si allontanava dall’incendio, venne coinvolto persino il RIS di Messina. Che però evidenziò con chiarezza come, data la scarsa qualità delle immagini videoregistrate, non fosse stato possibile fare delle comparazioni attendibili tra l’uomo col cappotto e il signor Recupero.

Ma il gip nell’ordinanza di archiviazione scrive anche che la conclamata litigiosità tra la Gambina (il Morsello) e il Recupero, e il forte astio tra essi esistente […] inficiano non poco l’attendibilità della denunciante e del di lei compagno Morsello, non consentendo di riporre affidamento sulle loro dichiarazioni accusatorie. E quindi, dopo ben 4 anni, il giudice ha disposto l’archiviazione.

 

Il forte astio viene invece spiegato in un’altra archiviazione, che vede l’anziano partannese scagionato da altre due accuse sempre da parte della signora Gambina: violenza sessuale e stalking, con presunti appostamenti, chiamate telefoniche e minacce rivolte anche al compagno della donna, Vincenzo Morsello.

Da subito, però, è venuto fuori che tra i due, prima dei fatti contestati, ci sarebbe stato un “occasionale e fugace rapporto sessuale”, secondo quanto ha dichiarato la donna.

 

La difesa di Recupero ha però introdotto delle nuove prove che hanno permesso di dimostrare che proprio durante “il periodo in contestazione” in realtà c’era una duratura relazione sentimentale, con inequivocabili messaggi affettuosi anche da parte di lei, che ha di fatto confutato la tesi del mero rapporto occasionale.

A causa dell’“atteggiamento ambivalente della vittima” che, in diversi casi, anziché prendere le distanze, rispondeva agli inviti o proseguiva i rapporti telefonici, il gip ha rilevato che le condotte contestate al Recupero non potevano configurarsi come atti persecutori. E dunque, archiviazione.

 

Ma il compagno della signora Gambina, Vincenzo Morsello, non è solo un pizzaiolo. In realtà è noto alle cronache locali per aver patteggiato, insieme ad altri quattro membri del suo nucleo familiare, una pena per bancarotta fraudolenta patrimoniale. Un’indagine della Guardia di Finanza aveva accertato una “distrazione” di immobili che, nonostante il fallimento, erano stati utilizzati per l’esercizio di attività commerciali, come il ristorante pizzeria “La Montagna” a Partanna e la pizzeria “Golden Beach” a Triscina. Beni utilizzati senza l’autorizzazione del Tribunale e senza pagare l’affitto alla curatela fallimentare, con una bancarotta del valore complessivo di oltre un milione e 600 mila euro. Difficile escludere che l’incendio dell’auto non possa essere stato collegato magari alla reazione di un creditore. In ogni caso, l’uomo col cappotto è rimasto senza identità.

 

Sono oltre quattro anni che passo il mio tempo a difendermi da una persecuzione giudiziaria – ha commentato il signor Recupero – non da parte dei giudici, che hanno fatto egregiamente il loro lavoro, ma per le distorsioni del Codice Rosso che a volte, più che tutelare le persone effettivamente perseguitate, viene strumentalizzato per fini che nulla hanno a che vedere con lo stalking, rischiando anche di minare la credibilità di quelle donne che invece sono effettivamente perseguitate”.

La cosa più incredibile – ha proseguito - è che per un periodo sono stato costretto ad indossare pure il braccialetto elettronico. Ma alla fine giustizia è stata fatta”.

 

Anche se non è ancora finita.

C’è infatti un’altra denuncia della signora Gambina nei suoi confronti, in un procedimento iniziato nel maggio del 2024. Ancora per stalking, ma stavolta senza la violenza sessuale.

Insomma, il capitolo finale di questa storia aspetta ancora di essere scritto.

 

Egidio Morici