Non è un libro sul delitto di Meredith Kercher nel senso classico del termine. “Arresto per analogia”, scritto da Patrick Lumumba Diya e Alessandro Righi, è piuttosto il racconto di un errore giudiziario che ha travolto una vita, lasciando cicatrici che nessuna assoluzione può cancellare.
Pubblicato nel 2025 nella collana Voci del presente, il volume (268 pagine) rimette al centro una figura spesso relegata a nota a margine nel caso giudiziario più mediatico degli ultimi vent’anni: Patrick Lumumba, il barista di Perugia arrestato ingiustamente dopo essere stato accusato da Amanda Knox dell’omicidio della studentessa inglese.
Dal falso allarme alla tragedia
Il libro ricostruisce con precisione chirurgica i primi, confusi giorni di novembre 2007. Un falso allarme bomba, due telefoni ritrovati in un giardino, una sim intestata a una coinquilina di Meredith, una serie di passaggi investigativi che portano gli agenti in via della Pergola. È lì che la cronaca accelera, si fa dramma.
Da quel momento, il racconto prende una direzione chiara: mostrare come un’accusa infondata, nata in un contesto di pressione psicologica e fragilità, possa trasformarsi in un arresto “per analogia”, fondato più su suggestioni e stereotipi che su prove.
Il carcere, lo stigma, la solitudine
Lumumba viene arrestato davanti alla compagna e al figlio piccolo, trascorre due settimane nel carcere di Capanne, per poi essere scagionato completamente. Ma l’assoluzione non basta a restituire dignità, lavoro, serenità. Ed è qui che il libro colpisce più a fondo: nel racconto della pena che continua anche dopo la liberazione, nello sguardo degli altri, nella diffidenza, nel silenzio.
Il testo evita toni vittimistici, ma non rinuncia a una critica netta al sistema mediatico-giudiziario che ha trasformato un uomo innocente in un bersaglio facile.
La scrittura: memoria e inchiesta
Il contributo di Alessandro Righi dà al libro un impianto solido: documenti, ricostruzioni, contesto. Ma è la voce di Lumumba a rendere il racconto necessario. Non una difesa personale, bensì una testimonianza civile su cosa accade quando la giustizia sbaglia e non sa – o non vuole – rimediare davvero.
“Arresto per analogia” non riapre il processo Kercher, non cerca colpi di scena. Fa qualcosa di più scomodo: costringe a guardare l’errore, a chiamarlo per nome, e a interrogarsi sulle sue conseguenze.
Perché leggerlo
È un libro da leggere oggi, in un tempo in cui l’arresto, la gogna e il giudizio anticipato restano strumenti fin troppo familiari. La storia di Patrick Lumumba non è solo un capitolo oscuro di una vicenda giudiziaria famosa: è un monito su quanto fragile possa essere la linea che separa l’indagine dalla condanna preventiva.
E su quanto, a volte, la verità arrivi troppo tardi per riparare davvero.