Il turismo entra con forza nella campagna per le amministrative del 2026 a Marsala, ma lo fa in modo inusuale. Niente slogan, niente brochure, niente promesse vaghe. Il tavolo tecnico “Marsala Turismo 2026–2031” ha messo a punto un programma strutturato, scandito da tempi certi e corredato da un modulo di impegno formale che i candidati sindaco dovranno firmare – o spiegare perché non intendono farlo.
Il documento nasce da un lavoro corale che coinvolge 19 realtà del comparto: albergatori, ristoratori, operatori culturali, guide, trasporti, enoturismo, sport, inclusione. Un punto di vista “dal basso” che non chiede finanziamenti a pioggia, ma governance, competenze e continuità.
Una road map stringente, non un libro dei sogni
Il programma elenca 41 azioni, ordinate per scadenze: dai primi 30 giorni fino ai 48 mesi dall’insediamento. Si va dalla nomina di un Destination Manager e dalla redazione del Piano Strategico del Turismo, alla costituzione di una Fondazione pubblico-privata finanziata interamente con l’imposta di soggiorno; dal biglietto unico degli attrattori culturali all’apertura sette giorni su sette; da una mobilità integrata (bus, taxi, aeroporto, notturni) a una comunicazione unitaria della destinazione; dalla formazione linguistica degli operatori al calendario degli eventi programmato con 12 mesi di anticipo .
È qui che le proposte diventano “impossibili” per chi è abituato a rinviare: perché fissano tempi brevi, responsabilità chiare e obiettivi misurabili.
Mozia e Unesco: il nodo che non si può eludere
Tra i punti più delicati c’è il sostegno alla candidatura di Mozia a patrimonio UNESCO e, insieme, a quella delle saline come Riserva della Biosfera. Il documento chiarisce un aspetto spesso rimosso dal dibattito: l’Unesco non è marketing, è soprattutto tutela.
Inserire Mozia nel patrimonio UNESCO significherebbe accettare vincoli stringenti sulla Riserva Naturale Isole dello Stagnone. A partire dalla gestione delle decine di chioschi, dall’uso intensivo della laguna e dalla pratica del kite, cresciuta in modo spesso incontrollato proprio perché “lo chiede il turismo”. Un paradosso esplicitato senza sconti: ciò che oggi genera reddito può, se non regolato, consumare il bene che lo rende possibile. La candidatura Unesco imporrebbe scelte meno comode nel breve periodo, ma decisive per la sostenibilità.
Centro storico, waterfront e identità
Il piano insiste poi su un’idea semplice e radicale: “il centro storico deve raccontare una storia”. Decoro, sicurezza, servizi, arredi e comunicazione coordinati; attività aperte tutto l’anno; waterfront vissuti e non intermittenti. Non eventi spot, ma vita urbana programmata. Con una cabina di regia che monitori infrastrutture e cantieri, e con una segnaletica istituzionale coerente, bilingue, digitale.
Dal confronto pubblico agli impegni scritti
Per evitare che tutto resti sulla carta, il gruppo di lavoro ha predisposto due strumenti decisivi. Il primo è un confronto pubblico con tutti i candidati, alla presenza di stampa e operatori, in cui ciascuno dovrà presentare la propria visione sul turismo e dire se e come intende accogliere le proposte del tavolo tecnico .
Il secondo è il modulo di impegno: un atto formale in cui il candidato dichiara di aver letto il programma, di riconoscere il turismo come asse strategico e di condividerne l’impostazione; soprattutto, deve indicare quali punti recepisce integralmente, quali modifica e assumere l’impegno a tradurli, in caso di elezione, nelle linee programmatiche di mandato, perseguendone la realizzazione nei tempi indicati .
Un test di credibilità
Il senso politico dell’operazione è chiaro: spostare il turismo dalla retorica alle decisioni. Firmare quel modulo significa accettare limiti, controlli, priorità; non firmarlo significa dichiarare che il turismo continuerà a essere gestito come finora, tra emergenze e deroghe.
Le proposte di “Marsala Turismo 2026–2031” non sono irrealizzabili. Sono incompatibili con una politica che preferisce non decidere. Ed è proprio per questo che, a pochi mesi dal voto, mettono già tutti davanti a una scelta. Chi governerà Marsala dovrà dire se vuole consumare il territorio o governarlo. E, questa volta, dovrà dirlo per iscritto.
Programma Sintetico Marsala Turismo 2026-2030 by Redazione Tp24