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27/07/2025 13:16:00

Valderice. Spiragli per la cappella di Casalbianco: il nuovo proprietario pronto a vendere

Una piccola frazione, una comunità coesa e una cappella che rappresenta molto più di un semplice edificio religioso. 

È la storia di Casalbianco, borgata di Valderice, che da mesi lotta per riavere il suo luogo di culto, venduto senza preavviso né consultazione da parte della parrocchia di riferimento. Ma adesso qualcosa si muove.

Mercoledì 9 luglio 2025, una delegazione della comunità ha incontrato a Trapani il vescovo Pietro Maria Fragnelli. Un colloquio sentito, partecipato, che ha segnato un cambio di passo nel confronto. Presenti anche monsignor Pietro Messana, direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici, e Fabio Grammatico, l’attuale proprietario dell’immobile acquistato lo scorso dicembre per 20.000 euro dalla parrocchia “Maria SS. della Purità”.

 

Proprio Grammatico, dopo un incontro informale con Gianfranco Palermo – cittadino di Casalbianco che ha guidato la mobilitazione – ha dichiarato la volontà di rimettere in vendita la cappella, allo stesso prezzo d’acquisto. Un gesto che riaccende la speranza nella frazione, che per mesi si è sentita tradita e ignorata.

Una vendita contestata

La vicenda ha suscitato forti reazioni fin dal principio. L’edificio, che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento religioso e sociale per Casalbianco, è stato venduto in modo silenzioso, senza che la comunità fosse coinvolta o informata. Una decisione che ha fatto esplodere la protesta, guidata da Palermo, che ha denunciato «una ferita profonda» e chiesto conto alla Curia della scelta.

Il vescovo Fragnelli, inizialmente rammaricato per la gestione della vicenda, aveva giustificato la vendita con motivazioni tecniche e pastorali: l’immobile sarebbe inagibile, la gestione disorganizzata e la partecipazione dei fedeli ritenuta insufficiente. Una spiegazione rigettata dai residenti, che accusano invece una totale mancanza di trasparenza e dialogo.

La speranza e l’impegno della comunità

Oggi, però, la disponibilità del nuovo proprietario ad aprire alla cessione apre uno scenario diverso. La comunità di Casalbianco si dice pronta a fare la propria parte, anche attraverso una raccolta fondi, per riportare la cappella tra le sue mani.

«È stato un incontro importante – ha dichiarato Palermo – che restituisce un po’ di fiducia. Ma sappiamo che non è finita: il cammino per riavere la cappella sarà ancora lungo e impegnativo. Restiamo vigili, uniti e determinati».

Il borgo di Casalbianco, che si era sentito tradito da una Chiesa che percepiva distante, oggi torna a sperare. Non solo per la restituzione di un edificio, ma per il riconoscimento di una storia, di un’identità collettiva, di un diritto alla memoria e alla fede. E, con essa, la richiesta che le istituzioni ecclesiastiche sappiano accompagnare, ascoltare e ricostruire, dove qualcosa si è rotto.