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17/06/2013 04:42:25

Mafia. Bonura chiede il rito abbreviato. "Campus Belli", depone il capo dell'Ufficio Tecnico

E' finito in manette nell'ambito dell'operazione antimafia Crimiso. Finora Bonura si è avvalso sempre della facoltà di non rispondere. Stessa richiesta hanno fatto altri nove indagati: Antonino e Vincenzo Bosco, rispettivamente di 57 e 49 anni, di Castellammare così come Sebastiano Bussa, 37 anni, Vincenzo Campo, 44 anni, di Alcamo, Rosario Leo, 43 anni, di Vita, Salvatore Mercadante, 28 anni, di Alcamo, Nicolò Pidone, 50 anni, di Calatafimi, Giuseppe Sanfilippo, 29 anni, di Alcamo e Michele Sottile, 50 anni, di Castellammare. L'unico a non chiedere riti alternativi è un altro indagato, Diego Rugeri, 32 anni, di Alcamo. E'  stato  rinviato a giudizio e sarà processato dinanzi il Tribunale di Trapani. Diego Rugeri, detto Diego «u’ nicu», dopo una lunga detenzione, rientrato nel suo paese avrebbe intrapreso un’attività estorsiva ai danni di imprenditori e commercianti.L' operazione antimafia Crimiso nell'estate del 2012 decaitò  i nuovi vertici delle famiglie mafiose di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi. I due Comuni, Confindustria Trapani, la Federazione antiracket italiana, le associazioni antiracket di Alcamo, Castellammare e Marsala, Addio Pizzo, il centro studi Pio La Torre, Castello Libero onlus e due parti offese si sono costituiti parte civile. La prossima udienza si terrà il 15 luglio. «Le investigazioni – scrivono gli inquirenti – hanno pienamente dimostrato che il tessuto connettivo di Cosa Nostra, sebbene depauperato di importanti sodali detenuti, si è tuttavia rigenerato, attingendo da un nutrito substrato di soggetti non in vinculis – e quindi potenzialmente in grado di operare a proprio piacimento sul territorio – i cui trascorsi giudiziari già ne denotavano la progressiva cooptazione o, quanto meno, erano indicativi di una prodomica affinità alle strategie criminali del sodalizio mafioso locale».

CAMPUS BELLI.  Nuova udienza, a Marsala, del processo scaturito dall'operazione antimafia "Camps Belli" e che vede imputati, tra gli altri, l'ex Sindaco della cittadina del Belice, Ciro Caravà. Sono stati ascoltati due testi citati dalla difesa (avvocato Giuseppe Pantaleo).
Secondo gli investigatori, a svolgere una funzione di «collegamento» tra l'ex primo cittadino e la mafia sarebbe stato il 45enne Gaspare Lipari. E per smontare l'accusa, l'avv. Pantaleo ha chiamato a testimoniare l'arch. Rosa Isgrò, che nel 2007 era responsabile dell'ufficio tecnico e urbanistica di Campobello e l'ex consigliere comunale Paolo Barruzza. La Isgrò ha dichiarato di non aver mai avuto sospetti di irregolarità sulle gare d'appalto. Su domanda del pm Padova, però, ha affermato che i «controlli erano svolti sulle ditte, non sui parenti» di titolari e dipendenti. Paolo Barruzza ha detto che fu lui a invitare Gaspare Lipari a una riunione politica tenuta nella casa estiva di Tre Fontane del maresciallo Giovanni Buracci per le elezioni provinciali del 2008. «Allora - ha dichiarato - ero nel Ccd, come Buracci. Alla riunione parteciparono l'on. Paolo Ruggirello, il sindaco Caravà, Gaspare Lipari, Buracci e suo genero. Approdato nel Psi, avevo iniziato un discorso politico con Lipari subito dopo l'elezione di Caravà a sindaco. A quella riunione Lipari partecipò su mia insistenza. Buracci tentò di farmi passare nel Mpa con l'on. Ruggirello e la riunione serviva a dare una mano al Mpa alle Provinciali. Alla fine non si è trovato un accordo».