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24/12/2020 06:00:00

I fatti dell'anno, l'arresto dell'ex sindaco di Favignana Pagoto. Le indagini sugli altri sindaci

 Tra le notizie del 2020 in provincia di Trapani hanno fatto scalpore quelle che vedono coinvolti in fatti di corruzione o in operazioni antimafia diversi primi cittadini della provincia di Trapani.

Quella più clamorosa è la vicenda dell'ex sindaco di Favignana, Giuseppe Pagato, arrestato il 17 luglio. Ma il 2020 è l'anno che vede coinvolti in indagini gudiziarie anche il sindaco di Erice Daniela Toscano, il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, il sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella, e ultimo in ordine di tempo il sindaco di Calatafimi Segesta, Antonino Accardo, coinvolto nella recente operazione "Ruina" e dimessosi dalla carica di primo cittadino qualche giorno dopo. 

L'arresto di Pagoto - Gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trapani, al termine di una complessa indagine di polizia giudiziaria coordinata dai Pubblici Ministeri Penna e Delpini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, hanno dato infatti esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di 11 misure cautelari personali (di cui otto coercitive della libertà personale e 3 interdittive) emessa dal GIP di Trapani nei confronti di altrettanti soggetti, tra cui il Sindaco del Comune di Favignana Giuseppe Pagoto (agli arresti domiciliari), indagati a vario titolo per reati di corruzione, peculato, falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito di rifiuti pericolosi.

Chi era con il sindaco, a Favignana, non riceveva nessun controllo. Chi sosteneva lo schieramento opposto, invece, si vedeva spesso bussare alla porta la polizia municipale. Emerge anche questo dall'indagine che questa mattina ha portato agli arresti domiciliari per il sindaco delle Egadi, Giuseppe Pagoto, accusato di corruzione. Durante la campagna elettorale del 2018 il sindaco, da quello che emerge dalle indagini, diceva al comandante della polizia municipale, Filippo Oliveri, ai domiciliari anche lui, di intensificare i controlli alle attività commerciali di chi non sosteneva la sua coalizione, dei suoi avversari politici. Quelli che erano con il sindaco, invece, non vedevano mai i vigili urbani.

 

L'indagine sul sindaco di Erice Daniela Toscano - Il 9 luglio 2020 è un terremoto giudiziario quello che travolge il Comune della vetta. Ad essere coinvolta è direttamente la sindaca, Daniela Toscano, raggiunta dalla misura cautelare del divieto di dimora nei comuni di Erice e Trapani, accusata di calunnia e soprattutto abuso d’ufficio in concorso con il fratello, Massimo Toscano. A quest’ultimo, consigliere comunale a Trapani, è stata importa la misura cautelare del divieto di dimora. Al marito della Toscano, Paolo Francesco Rallo è stata invece notificata la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. La sindaca di Erice dopo il divieto di dimora è stata anche sospesa dal Prefetto, e tre assessori si sono dimessi dopo una giornata convulsa.

Le accuse - Il capo della Giunta ericina, secondo l’accusa, si sarebbe adoperata per favorire la richiesta di concessione presentata da “Agir Service” di cui il fratello del sindaco, Massimo Toscano appunto, era socio occulto.  Nell’interesse del fratello – sempre secondo la tesi accusatoria - Daniela Toscano avrebbe esercitato pressioni su funzionari e dirigenti non solo comunali ma appartenenti ad altre Pubbliche amministrazioni chiamati ad esprimere i pareri in merito alla richiesta avanzata da Agir Service. Il primo cittadino avrebbe addirittura anticipato la riunione della Conferenza di servizi alla quale poi avrebbe partecipato senza essere stata convocata e senza averne alcun titolo.

Cessazione del divieto di dimora e ritorno in carica della Toscano -  A settembre Daniela Toscano si è ripresa le redini del Comune di Erice, ritornando a ricoprire il ruolo di sindaco. Il suo reintegro è stato sancito dalla Prefettura. E Daniela Toscano, coinvolta nello scandalo per la realizzazione del parcheggio di San Giuliano e indagata per abuso d’ufficio, ha ripreso ad amministrare il Comune. La Toscano ha potuto riprendere il suo posto ottemperando all’iter previsto dalla Legge Severino, grazie alla pubblicazione nell’albo pretorio del Comune di Erice del “verbale di notifica e contestuale cessazione della misura cautelare del divieto di dimora nei Comuni di Trapani ed Erice”, consegnato alla stessa sindaca lo scorso 8 settembre.

Indagato il sindaco di Castellammare del Golfo Nicola Rizzo - C'è anche il Sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, tra gli indagati dell'operazione "Cutrara" del 16 giugno 2020. L'abitazione del primo cittadino è stata perquisita all'alba. Rizzo ha ricevuto un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa, con contestuale invito ad essere interrogato.  Rizzo che, bisogna dirlo, ha sempre fatto della legalità e della lotta alla mafia un punto fermo della sua amministrazione. E' in carica dal 2018. Secondo fonti di Tp24 l'episodio contestato a Rizzo si riferisce ad una concessione edilizia richiesta dagli arrestati dell'operazione di oggi. Sarebbero coinvolti anche alcuni tecnici comunali. “Ho piena fiducia nella Magistratura e nel lavoro delle Forze dell’ordine. Sono sereno. Sono assolutamente disponibile ad essere sentito immediatamente dalla Magistratura per chiarire la mia posizione poiché ho sempre operato con la massima trasparenza”.
Ha dichiarato il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, raggiunto dall’avviso di garanzia nell'ambito dell'operazione antimafia “Cutrara” che con l’impiego di 200 militari dell'Arma, il supporto di unità navali, aere e reparti specializzati come lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia e unità cinofile per la ricerca di armi, ha smantellato la famiglia mafiosa castellammarese con 13 arresti e 11 denunce in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Palermo nei confronti degli affiliati alla famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo. 

La conferma dell'incontro con "Domingo" - Il sindaco di Castellammare, Nicola Rizzo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, nell’operazione antimafia “Cutrara”, rispondendo ai sostituti procuratori Francesca Dessì e Gianluca De Leo, ha confermato di aver incontrato casualmente Francesco Domingo, detto “Tempesta”, considerato dagli inquirenti il boss a capo della famiglia di Castellamare del Golfo. L’incontro è avvenuto a casa di Francesco Ancona, padre della compagna del sindaco che, in quell’occasione, era senza cellulare. L’incontro però non è stato rifiutato né denunciato. Al termine dell’interrogatorio, Rizzo, che era accompagnato dagli avvocati, Giacomo Frazzitta (suo ex assessore) e da Roberta Tranchida, si dice sereno, in quanto ha detto di aver chiarito tutto ai giudici. Il sindaco, ingegnere e insegnante, ai magistrati guidati dal sostituto procuratore Paolo Guido, ha detto che per lui parla la sua storia personale. Ha confermato di sapere chi fosse Domingo, "A Castellammare ci conosciamo tutti". Domingo per via della sua fedina penale e le sue condanne per associazione mafiosa, è anche noto per essere il nipote del fondatore di Cosa nostra americana, Salvatore Maranzano.

L'indagine sul sindaco di Paceco Giuseppe Scarcella - A luglio 2020 un'operazione antimafia tra Paceco e Castellammare del Golfo ha portato a cinque arresti e decine di perquisizioni. In manette Mariano Asaro, il "dentista della mafia", che era in libertà dal giugno 2018 e aveva cominciato a lavorare per aprire una società da intestare fittiziamente alla cognata. In questa inchiesta c'eNuovo avviso di garanzia per Paolo Ruggirello. Indagato anche il Sindaco di Paceco.

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella, nell'interrogatorio davanti ai militari dell'Arma, a seguito dell'avviso di garanzia ricevuto  nell'ambito dell'operazione antimafia della DDA di Palermo, che ha portato agli arresti del boss Mariano Asaro di Castellammare e di Carmelo Salerno di Paceco, e di altre tre misure cautelari. Scarcella ha, però, rassegnato le dimissioni da presidente dell’assemblea del Consorzio trapanese per la Legalità e lo Sviluppo.

"Per il boss al Comune di Paceco non ci sono problemi". Lo diceva con convinzione il boss di Castellammare del Golfo Mariano Asaro, che voleva aprire uno studio medico dentistico a Paceco, grazie ad una prestanome. Aveva individuato anche il locale, solo che c'erano delle autorizzazioni da chiedere. Ecco cosa dice Asaro, intercettato, all'interno dell'immobile mentre parla con il nipote Gaspare Chiarenza: " ... non c'è problema al Comune! Non c'è problema al Comune ... al Comune non d sono problemi ... il Sindaco ... al Comune non ci sono problemi... il Sindaco il Sindaco è Dattularo (originario di Dattilo frazione del Comune di Paceco ndr.) Il Sindaco di Paceco è Dattularo ... arrivo lì e gli dico al Sindaco: "com 'è no? E allora facci la variante!"... io non ho problemi con lui... io arrivo lì... Peppe Scarcella ... ».

Scarcella lo riceveva poi il 28 Febbraio 2019 per fornirgli rassicurazioni per un certificato di agibilità in favore del suocero Vito Occhipinti, per un immobile a Dattilo : "Noialtri dobbiamo fare quella cosa che tu mi hai detto .. e la facciamo ..."

Poi c'è un altro incontro, l'8 Aprile, nel quale il Sindaco chiama Asaro "Don Mariano" e viene informato da Asaro della prossima apertura dello studio medico: "Noi altri praticamente stiamo aprendo lo studio qui a Paceco .. lo studio dentistico ...". E ancora: "... A me interessa che mi danno la SCIA subito per cominciare a tramezzare altrimenti mi perdo di casa" . E il Sindaco Scarcella, oggi indagato per concorso esterno, non si tira indietro.

L'operazione Ruina e l'indagine sul sindaco Antonino Accardo - Si è dimesso pochi giorni fa il sindaco di Calatafimi Segesta doppo il suo coinvolgimento nell'operazione antimafia Ruina che nei giorni scorsi ha svelato l'intreccio tra mafia, politica e imprenditoria. Accardo è accusato di corruzione elettorale e tentata estorsione con l'aggravante di mafia. Eletto un anno e mezzo fa con 1900 preferenze, secondo l'accusa, avrebbe comprato voti dalla cosca locale. Contro Accardo ci sono alcune intercettazioni, in una delle quali si parla di voti in cambio di soldi, 50 euro a voto. Per lui anche l'accusa di tentata estorsione.

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Antonino Accardo. Secondo la Procura Antimafia Accardi sarebbe diventato sindaco di Calatafimi “comprando” i voti e godendo dell’appoggio dei mafiosi. Ieri il Sindaco è stato interrogato dai magistrati e ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, nell'attesa di vedere tutte le carte dell'indagine che lo riguardano. Al momento contro di lui ci sono le intercettazioni telefoniche. Come quella del 15 Aprile scorso. Un uomo, tale Paolino Loria, che vive nelle case popolari, chiama il sindaco. Chiede il suo intervento per zittire i vicini troppo rumorosi. Il Sindaco lo invita ad essere meno volgare.

La lettera di dimissioni di Accardo:

Signor presidente, signor vicesindaco, signori assessori e signori consiglieri tutti, i recenti accadimenti giudiziari mi impongono decisioni che, pur se travagliate, ritengo non più procrastinabili.

Solo per l’alto senso politico ed istituzionale che ha sempre improntato il mio impegno civico, pur non sussistendo alcun obbligo in tal senso, ritengo opportuno rassegnare, con effetto immediato ed irrevocabile, le mie dimissioni dalla carica di Sindaco di Calatafimi.

Intendo rappresentare a tutta la cittadinanza che sono certo che riuscirò a dimostrare il prima possibile la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati e che ripongo piena fiducia nell’operato della Magistratura.

Assumo questa decisione pur nella consapevolezza di aver sempre agito in modo trasparente ed irreprensibile e di aver improntato la mia azione politica ed amministrativa, sempre e solo, al raggiungimento del bene comune.

Esprimo, infine, gratitudine a tutti quelli che mi hanno sempre sostenuto e a quanti, in questi difficili giorni, mi hanno espresso la loro solidarietà invitandomi a non mollare.



Cronaca | 2025-12-22 12:08:00
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