Quantcast
×
 
 
13/02/2021 06:00:00

Castelvetrano. La mail del ministero era sbagliata, bilancio approvato in ritardo

 A Castelvetrano è stato approvato il bilancio. 15 voti a favore e 7 contro.

La mancata approvazione avrebbe comportato lo scioglimento del consiglio comunale.

Ma per il bene del paese o, come dicono i maligni, per la stabilità di qualche posto da consigliere, ha prevalso la responsabilità.

 

Il parere favorevole del 25 novembre da parte della commissione del ministero dell’Interno per la stabilità finanziaria, scrivono i consiglieri 5 Stelle, “è  l’ennesima prova che questa amministrazione comunale sta lavorando bene, che sta prestando molta attenzione a tutte le procedure necessarie, ma soprattutto che sta che consentendo al responsabile del settore finanziario, nonostante le evidenti difficoltà di organico e gli eccessivi carichi di lavoro, di raggiungere un ottimo risultato”.

Soddisfatti il sindaco Alfano e gli assessori. Ma anche i precari, dal momento che l’approvazione del bilancio rappresenta un importante passo avanti verso la loro stabilizzazione.

 

Tra i contrari, c’è il voto del Pd.

Un voto politico. Ma la segreteria del partito ha lamentato l’impossibilità di poter presentare degli emendamenti ad un bilancio di previsione 2018/2020 presentato in consiglio in ritardo, “oltre i 30 giorni stabiliti dal Ministero con il decreto di approvazione – si legge nella relativa nota diffusa alla stampa -  L’auspicio è che il termine di 30 giorni sia effettivamente non perentorio, come da più parti dichiarato”.

Un ritardo in capo agli uffici del comune, ma che ricade, come sottolinea il Pd, “sull’Amministrazione, in termini di responsabilità politica”.

 

Quella del Pd però è una posizione che fa riflettere.

Anche perché, come dicevamo, si tratta del bilancio di previsione 2018-2020. Un periodo di tempo che è già trascorso. Praticamente, un consuntivo.

In effetti, l’ipotesi progettuale di bilancio era stata deliberata nel gennaio 2020.

Il responsabile della direzione finanziaria, il 31 gennaio, aveva trasmesso il dossier alla speciale Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali, presso il ministero dell’Interno.

Ma l’indirizzo Pec era sbagliato.

In comune se ne sono accorti dopo sei mesi, a luglio, quando il responsabile aveva finalmente inviato tutto all’indirizzo giusto. A settembre, il ministero dell’Interno chiede un’integrazione documentale e alla fine tutto ritorna in comune il 13 dicembre.

Praticamente, un anno.

Ecco perché non c’è stato il tempo di poter consentire gli emendamenti.

 

Il consiglio comunale avrebbe dovuto deliberare l’approvazione del bilancio di previsione entro 30 giorni, cioè prima della metà di gennaio. Invece no, si è arrivati all’11 febbraio.

Inoltre, entro 120 giorni (quindi entro la metà di aprile) occorrerebbe deliberare l’approvazione del rendiconto 2018 e degli altri bilanci di previsione degli anni a seguire.

Adesso, rimangono soltanto due mesi di tempo.

Insomma, politica e burocrazia comunale dovranno darsi una mossa, per evitare le eventuali sanzioni da parte del Ministero e le sicure opposizioni in consiglio comunale.

 

Ma la domanda, come si dice, sorge spontanea: c’è davvero bisogno del controllo della politica per evitare che, dopo che hai inviato una mail e nessuno ti risponde per mesi, forse è il caso di fare qualche telefonata?

 

Egidio Morici