Messina Denaro e gli altri. Sei i latitanti di "massima pericolosità" in Italia
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Matteo Messina Denaro, boss di Castelvetrano e Giovanni Motisi di (cosa nostra), Renato Cinquegranella e Raffaele Imperiale (camorra), Graziano Mesina e Attilio Cubeddu responsabili di “gravi delitti” sono i sei latitanti di 'massima pericolosità' inseriti nell'elenco della Criminalpol.
L'elenco dei latitanti pericolosi include, attualmente, 62 persone, di cui 18 affiliati alla 'ndrangheta, 3 alla camorra, 4 alla criminalità pugliese, 2 a cosa nostra, 2 all'area dei sequestri di persona e 33 responsabili di "gravi delitti".
Il dato è contenuto nel report redatto dalla direzione centrale della Polizia criminale 'Latitanti di massima pericolosità e pericolosi: attività del Gruppo integrato interforze per la ricerca e l'arresto di latitanti nel periodo 2010 -2020'. Il "Giirl" rappresenta una best practice italiana con compiti di raccogliere, analizzare e sintetizzare le informazioni sul grado di pericolosità dei soggetti. È presieduto dal vice direttore generale della Pubblica Sicurezza e direttore centrale della Polizia Criminale, Vittorio Rizzi e composto dai rappresentanti dei comandi generali dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, della Direzione investigativa antimafia, della direzione centrale per i Servizi Antidroga e della direzione centrale Anticrimine della Polizia di Stato, oltre che dell'Aisi e dell'Aise, con il coordinamento del Servizio analisi criminale della Criminalpol.
I latitanti arrestati negli ultimi 10 anni - Dal 2010 al 2020 sono stati assicurati alla giustizia in totale 132 latitanti, 22 latitanti di massima pericolosità (di cui 17 arrestati in Italia) e 110 latitanti pericolosi (di cui 69 in Italia). Nel corso del 2021 sono stati arrestati due esponenti di spicco della ‘ndrangheta, Francesco Pelle e Rocco Morabito, entrambi inseriti nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità.
Tra i latitanti di massima pericolosità arrestati risultano: 10 affiliati alla camorra, 7 alla ‘ndrangheta, 3 a cosa nostra, 2 alla criminalità pugliese.
I latitanti pericolosi tratti in arresto sono: 43 appartenenti alla camorra; - 34 alla ‘ndrangheta; - 24 all’area dei “gravi delitti”; - 8 a cosa nostra, - 1 alla criminalità pugliese.
I responsabili di “gravi delitti” sono oltre il 50%, mentre la ‘ndrangheta è il gruppo criminale maggiormente rappresentato. “Ciò conferma - si legge nel rapporto - come quest’ultima organizzazione malavitosa sia in ascesa, con un aumento di affiliati che hanno un “elevato profilo” criminale”.
I luoghi dove si nascondono i latitanti - Le catture dei latitanti consentono un esame della territorialità e dei luoghi della latitanza. L’individuazione del territorio nel quale il soggetto trascorre la latitanza è fondamentale, in quanto delinea le zona dove i latitanti ritengono di potersi sentire maggiormente al sicuro e godere di una efficiente rete di “coperture”. Il dato che emerge consente di stabilire che, nella maggior parte dei casi, il luogo dove si nasconde il latitante è proprio il suo territorio di origine, dove sono più saldi i legami familiari e con la comunità locale, e dal quale è possibile continuare ad esercitare il “controllo del territorio” criminale. E a riprova di quanto sopra detto, gli arresti dei latitanti di massima pericolosità eseguiti in Italia, sono avvenuti tutti nelle regioni di origine: in Campania sono stati arrestati 8 soggetti affiliati alla camorra; in Calabria 5 della ‘ndrangheta; in Sicilia 2 di cosa nostra; in Puglia 2 appartenenti alla criminalità pugliese.
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