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28/12/2021 06:00:00

I fatti del 2021. Il maltempo, i crolli, la tragedia di Ravanusa

Il maltempo o uno smottamento del terreno potrebbero essere le cause che hanno determinato la rottura del tubo del gas e la conseguente esplosione di Ravanusa. Nei giorni scorsi però sembra che sia stata segnalata la presenza di gas.

Chi sono le vittime - Nella palazzina di quattro piani distrutta dall’esplosione c'erano 9 componenti dello stesso nucleo familiare. Le vittime accertate dell’esplosione di Ravanusa sono Pietro Carmina, Enza Zagarrio e Calogera Gioachina Minacori.Nella palazzina principale, in piani diversi, c'erano un'anziana donna e i tre fratelli con le rispettive mogli. In uno degli appartamenti si trovavano anche il nipote della donna e la moglie incinta di 9 mesi che erano andati a far visita ai genitori. Nella palazzina attigua, pure crollata, c'era una coppia, lei assistente sociale, lui professore, entrambi dispersi. I componenti della famiglia che abitava nella palazzina crollata. Al primo piano viveva Rosa Carmina, trovata viva tra le macerie. Al secondo piano c'era la cognata, Giuseppa Montana, anche lei sopravvissuta. Al terzo erano in quattro: Angelo Carmina che risulta disperso, la moglie Enza Zagarrio che è morta, la nuora Selene Pagliarello incinta di nove mesi e il marito Giuseppe Carmina, figlio della coppia. Al quarto piano c'erano Calogero Carmina, la moglie Liliana Minacori, e il figlio Giuseppe. Liliana Minacori, il marito e il figlio, Calogero e Giuseppe Carmina. Nell’altra palazzina crollata c'erano Pietro Carmina e Carmela Scibetta.

Due donne, dello stesso nucleo familiare, si sono invece salvate: sono Rosa Carmina, un’anziana di 80 anni, portata all’ospedale di Licata con gravi fratture, e la cognata Giuseppa Montana, che i soccorritori sono riusciti a rintracciare dallo squillo del cellulare e che è stata trasportata ad Agrigento. I vigili del fuoco scavano da ore con le mani evitando di usare mezzi meccanici nella speranza che qualcun altro sia ancora vivo. Purtroppo, però, dopo quelli delle due donne, hanno trovato ancora una persona morta.

Scenario di guerra o di terremoto - "Una devastazione totale su una superficie molto molto estesa, uno scenario insolito perché generalmente i danni da esplosione da gas sono più contenuti”. Così il responsabile della comunicazione dei Vigili del Fuoco Luca Cari descrive lo scenario che si è presentato ai pompieri a Ravanusa dopo l’esplosione che ha devastato diverse palazzine.

Il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento Vittorio Stingo. “Quello che abbiamo davanti – ha aggiunto – è uno scenario da terremoto: in cui crollano sette palazzine, più o meno in contemporanea. Un crollo che non lascia spazio a vie di fuga e che è stato seguito immediatamente da un incendio che è rimasto attivo per ore nella notte. Siao riusciti a chiudere il gas soltanto alle due del mattino, quando abbiamo trovato la prima persona salva”.

Trovati assieme i due sposini che aspettavano un bambino - Sono stati trovati assieme i quattro corpi rinvenuti dai vigili del fuoco in quello che era il terzo piano di una delle palazzine crollate a Ravanusa. Si tratta di Selene Pagliarello, al nono mese di gravidanza, e di suo marito Giuseppe Carmina, che erano andati a trovare i genitori di quest’ultimo, Angelo Carmina e Enza Zagarrio, che abitavano al terzo piano. E’ stata Luna, Labrador in dotazione ai vigili del fuoco, a segnalare la presenza delle vittime trovate stamattina. Il cane, una femmina di sei anni che fa parte dell’Unità cinofila dei vigili del fuoco di Palermo, ha individuato subito un primo corpo, portando sulle tracce degli altri.

L'intervento sulla rete del gas, le indagini - Mentre si continua cercare gli ultimi dispersi, sono tanti i quesiti a cui dare risposta e c'è un'inchiesta per omicidio e disastro colposo che va avanti da parte della Procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio. Cinque giorni prima della strage di Ravanusa c’è stato un intervento di manutenzione ordinaria sull’impianto della rete di metano ma non aveva evidenziato criticità. Lo hanno accertato i carabinieri che ora dovranno acquisire il verbale d’intervento per verificare chi abbia materialmente eseguito il collaudo per conto di Italgas e se sia stato compiuto in modo corretto. intervento di manutenzione fatto 5 giorni prima dell’esplosione e che non aveva rivelato criticità. La procura vuole vederci chiaro pure sulla possibilità che ci fossero allacci abusivi. Poco dopo l’esplosione, già ieri mattina, Patronaggio è stato sul luogo delle macerie per un primo sopralluogo ed è stata aperta un’inchiesta per disastro ed omicidio colposo. Per fare chiarezza sulle voci che si rincorrono dal giorno dell’esplosione, i militari stanno, invece, acquisendo a verbale tutte le testimonianze utili.


Le ipotesi su ciò che è accaduto - «Appena finite le ricerche dei dispersi — spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, il colonnello Vittorio Stingo — scatterà il sequestro dell’area». Molto più ampia dell’isolato collassato. «Verrà fatta un’ampia mappatura dei luoghi», ha annunciato il procuratore. Ma il lavoro, già si sa, sarà lungo e complesso. Ci sono diecimila metri quadrati da controllare, decenni di documentazione da acquisire, amministratori ed ex da sentire, insieme a chi si è occupato di verificare lo stato di quelle condutture. E poi le immagini di tutte le telecamere di sorveglianza della zona da esaminare per capire come abbia camminato il fuoco, da dove sia partito, quale sia stato il vero punto d’origine dell’esplosione. Al momento, ci sono ancora troppe macerie per avere certezze. Si parte da un’ipotesi frutto delle prime verifiche. Sotto quelle palazzine, forse per l’intera giornata di sabato, si è accumulato gas metano nel sottosuolo. Poi un ascensore, la luce accesa in una stanza, o magari una sigaretta, ha fatto da innesco. Così ipotizzavano i tecnici fra le macerie.