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10/03/2023 06:00:00

La scuola intitolata al piccolo Di Matteo, con la preside indagata per le false invalidità ...

 La preside della scuola elementare di Castelvetrano che sarà intitolata al piccolo Giuseppe Di Matteo , è indagata nella maxi inchiesta della Procura di Trapani su una serie di truffe per ottenere l’indennità di accompagnamento. Secondo gli inquirenti dell’indagine Artemisia, Maria Luisa Simanella si sarebbe trasferita da Marsala a Castelvetrano grazie all’intervento di Giovanni Lo Sciuto, imputato principale nel processo in corso a Trapani.

 “C’è una preside di scuola che devo accompagnare – dice Lo Sciuto a Rosario Orlando, allora responsabile del Centro Medico Legale dell’Inps, anch’egli imputato  - una preside che deve fare... eventualmente poi... (…)..mi ha detto mi accompagni?”. La donna, come scrivono gli investigatori, avrebbe voluto “ottenere, grazie al beneficio di legge, il trasferimento da Marsala a Castelvetrano”.

 

E dopo che Orlando fa una sintesi molto diretta, “Lei deve andare a fottere un’altra che deve venire qua e ci deve andare lei...!”, Lo Sciuto lo rassicura: “Lei è per essere trasferita da Marsala, vedi che è preside è! Ma vedi che sta davvero male”.

Orlando però, essendosi trovato in passato a giudicare un’istanza simile da parte della stessa persona, gli aveva risposto che lui non se ne sarebbe occupato più “perchè già mi sono preso un ‘lisciabusso’ da Roma per questa di lì... eh... per dire ‘ma che richiesta mi mandi? Di riesame? Non lo vedi che è cosi?’”. Ma dopo l’insistenza di Lo Sciuto, che tira fuori la storia che il marito è un suo carissimo amico e “direttore di banca qua a Castelvetrano”, l’interessamento è ripartito. E dall’1 settembre 2016, la preside Simanella ha assunto la carica di dirigente a Castelvetrano.

 Nell'avviso di conclusione delle indagini sulla maxi inchiesta della procura di Trapani sui certificati falsi (qui c'è l'articolo di Tp24 con i nomi di tutti i 113 indagati) c'è anche il nome di Simanella, indagata con Lo Sciuto e Rosario Orlando. Si legge.

"perché, in concorso fra loro e con altre persone ciascuno nella propria qualità e rispettivamente: LO SCIUTO Giovanni in qualità di determinatore riceveva le segnalazioni di privati che necessitavano di un intervento all'interno dell'INPS per far approvare le proprie
pratiche di invalidità; 
ORLANDO Rosario, già responsabile del Centro Medico Legale del predetto istituto INPS, fino al maggio 2016, poi collaboratore esterno dell'INPS quale “medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili"; SIMANELLA Maria Luisa, quale soggetto beneficiario del riconoscimento dei benefici ex L. 104/92; in violazione di legge, e in particolare formando un atto falso al fine di ottenere il beneficio derivante dalla 1. 104/92, attestavano falsamente lo stato di invalidità della SIMANELLA formando ottenere alla stessa un ingiusto profitto patrimoniale consistito in tutti i benefici e le esenzioni prevista dalla medesima legge, nonché la precedenza nell'assegnazione della sede lavorativa presso il plesso "Ruggero Settimo" a Castelvetrano, con ingiusto danno per gli altri concorrenti al medesimo posto".

 

Nella stessa scuola, tra gli insegnanti di sostegno, c’è anche Rosalba Riccobono, moglie di Lo Sciuto. Anch’essa indagata nel procedimento Artemisia. Sempre secondo gli investigatori, avrebbe beneficiato illecitamente della cosiddetta legge 104, grazie all’approvazione della pratica della suocera da parte dell’Inps. L’ex deputato regionale avrebbe fatto in modo che la residenza della suocera venisse trasferita presso casa propria, dal momento che i benefici possono essere riconosciuti soltanto se assistito ed assistente siano conviventi, risiedendo nello stesso numero civico.

 

Certo, è bene ricordare che non si è colpevoli fino al terzo grado di giudizio. Ma non si può non sottolineare che, più delle intitolazioni, sono importanti i comportamenti. Soprattutto da parte di coloro che hanno un ruolo nell’educazione dei bambini. E dato che non si fa che ripetere agli studenti che l’attenzione alla legalità parte dal non buttare la cartaccia per terra, perché è da lì che bisogna cominciare, è evidente che il lavoro da fare riguarda anche l’esempio degli adulti.

La speranza è che la nuova denominazione della scuola possa essere un punto di partenza per un cambiamento vero.