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30/05/2023 06:00:00

Le note dissonanti della nuova antimafia castelvetranese, dopo l’arresto di Messina Denaro

 Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, l’antimafia castelvetranese ha avuto un’evoluzione.

Il perché dell’intitolazione della scuola di Castelvetrano al piccolo Giuseppe Di Matteo lo ha spiegato più volte il dottor Fabrizio Guercio dell’Associazione Nazionale Magistrati di Marsala: “Castelvetrano dice a chiare lettere e a voce alta che non c’è posto né per Matteo Messina Denaro, né per gli altri mafiosi”.

Alla memoria per la piccola vittima innocente di mafia (che andrebbe bene anche per una scuola di Belluno) a Castelvetrano si aggiunge un altro simbolo, che è lo schiaffo ai Messina Denaro e ai loro amici che abitano ancora nel quartiere. Sì, perché le responsabilità del sequestro e dell’uccisione del piccolo Di Matteo, come è stato accertato, sono anche dell’ormai ex capomafia di Castelvetrano, anche se lui dice che ha sì deciso di rapirlo, ma non di ucciderlo (ah bè, allora…).

E l’enorme murales nella facciata di quella che fino a pochi giorni fa era la scuola elementare Ruggero Settimo, è come se dicesse Questa è una delle vittime innocenti di Matteo Messina Denaro. I parenti e gli amici del boss che passano da qui, non potranno non vergognarsi.

 

Ecco, il senso è questo. Ed è il motivo principale del perché il dottor Fabrizio Guercio ha proposto quest’intitolazione. Una proposta che la scuola ha fatto propria. Lo dicono anche i verbali: accolta all’unanimità.

 

Ma ci sono delle note dissonanti. Non solo nella cerimonia di intitolazione dello scorso 22 maggio, ma anche nella fase conclusiva dell’iniziativa “Memoria Nostra” del 23. Ne elenchiamo qualcuna.

 

1)    All’assemblea dello scorso 15 marzo presso l’ex convento dei Minimi (ne abbiamo parlato qui), in occasione dei primi sì ufficiali della scuola, i genitori erano praticamente assenti. Ce ne saranno stati forse un paio.

2)    Il secondo circolo didattico comprende tre plessi scolastici, che fanno capo alla stessa dirigente, la professoressa Maria Luisa Simanella. Alla cerimonia di intitolazione al piccolo Di Matteo, a giudicare dal numero dei presenti, è come se avessero partecipato insegnanti e genitori di una sola scuola. Un po’ come quando ci sono le recite natalizie, ma con la presenza delle autorità civili e militari, oltre a politici e giornalisti.

3)    La professoressa Simanella è indagata nella maxi inchiesta della Procura di Trapani su una serie di truffe per ottenere l’indennità di accompagnamento. Secondo gli inquirenti dell’inchiesta Artemisia (ne abbiamo scritto qui), si sarebbe trasferita da Marsala a Castelvetrano grazie all’intervento di Giovanni Lo Sciuto, imputato principale nel processo che si sta svolgendo a Trapani. Sarà forse stato per la delicatezza della propria situazione (anche se, ricordiamolo, non si è colpevoli fino al terzo grado di giudizio), che nella cerimonia di intitolazione è intervenuta leggendo alcuni fogli e sottolineando i premi di legalità ricevuti dalla scuola nel corso degli anni.

4)    La villa comunale “Falcone e Borsellino” è stata teatro delle performances degli alunni di varie scuole del circondario e dell’esposizione delle loro opere dedicate alla Quarto Savona 15 (l’auto di scorta del giudice Falcone, saltata in aria a Capaci). Terzo step di un’ottima iniziativa ideata da Elena Ferraro, dal regista Giacomo Bonagiuso e dal sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano. Si è sottolineato come, per l’occasione, la villa comunale sia stata riaperta al pubblico (era chiusa per degrado dal 2019). Una riapertura che però vede i relativi bagni ancora distrutti; cumuli di sfalci di verde, rimasti dall’intervento della Forestale; diverse panchine praticamente da buttare. E va bene, non c’è stato tempo. Ma adesso forse è arrivato il momento di dare un senso più compiuto alla frase “restituita alla fruizione pubblica”. Anche in questo caso, l’impegno dovrebbe essere di tutti, a diversi livelli. Se no, l’epilogo non potrà che essere un’altra chiusura.

 

Insomma, se l’idea di intitolare il plesso Ruggero Settimo al piccolo Di Matteo, è partita dall’ANM di Marsala, ci si chiede se Castelvetrano (tutta, non solo la scuola) riuscirà ad innaffiare questo seme.

Inoltre, l’idea di far diventare il chiosco liberty della villa “Falcone Borsellino” un piccolo museo delle opere artistiche che i ragazzi hanno dedicato alla quarto Savona 15, è eccellente. Ma ci si aspetta che le panchine siano tutte integre e che i bagni funzionino. O se non funzionano, che siano chiusi, senza la vista dei sanitari distrutti.  

Ottimisticamente, ci aspettiamo che queste note dissonanti, sviluppandosi al meglio, possano diventare dei punti di forza. Come succede nel Jazz, quando si trasformano nei perni principali di articolate improvvisazioni.

Non è una cosa scontata. Bisogna studiare. E tanto.

 

Egidio Morici