Marsala, Grillo battuto. Alla fine la tassa di soggiorno non aumenta
Sonora batosta per l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Massimo Grillo a Marsala. La giunta voleva raddoppiare la tassa di soggiorno. Ma il consiglio comunale, non senza polemiche, ha bocciato la proposta.
Un aumento che doveva essere ratificato dal consiglio comunale. E ieri, in cinque minuti, dieci voti a favore, dieci contrari e due astenuti, hanno cassato la proposta. Anche per quest’anno le tariffe restano “normali”.
Al voto di ieri si è arrivati dopo un consiglio comunale molto animato, il giorno prima, con l’opposizione che parla di “colpo di mano”. Ma l’aumento ha trovato soprattutto l’opposizione degli operatori turistici del territorio, che sono quelli che devono chiedere i soldi ai turisti. “E con quale faccia?” hanno protestato i titolari delle strutture ricettive, davanti ad una città che offre poco in termini di servizi al turista.
La tassa di soggiorno è una tassa di scopo, viene istituita nei comuni “turistici” per finanziare opere e servizi direttamente utili a rendere più confortevole il soggiorno del visitatore. Il turista paga alle strutture ricettive un obolo a persona a notte e poi la stessa struttura versa al Comune la tassa. Fa quindi da riscossore. C’è da dire che c’è molta evasione e superficialità nella gestione di questa tassa, le strutture abusive non la fanno pagare, o intascano la tassa senza versarla al comune. L’evasione, insomma, a Marsala, è molto alta. Ma delle tasse versate non è mai stato chiaro che uso se ne facesse.
Da quando è stata eletta l’amministrazione Grillo ha tentato di aumentare la tassa di soggiorno. Qualche mese fa l’ultimo tentativo. La decisione è stata presa, sotto Pasqua, dall’amministrazione comunale che propone al consiglio comunale di ratificare l’aumento dell’imposta. Si tratta di un vero e proprio raddoppio. Qui tutte le tariffe.
Gli operatori turistici, in una nota nei giorni scorsi, hanno chiesto al consiglio comunale di bocciare l’aumento della tassa di soggiorno che avverrebbe a stagione in corso e provocherebbe un danno alle attività. Infatti le prenotazioni sono state prese tenendo conto delle vecchie tariffe, e un raddoppio potrebbe comportare disagi non indifferenti con i visitatori. Qui la nota degli operatori che avevano chiesto un maggior coinvolgimento nelle scelte all’amministrazione comunale e il concreto “funzionamento” della consulta per il turismo.
Il consiglio comunale, quindi, doveva votare l’aumento. Prima del voto, due giorni fa, arriva ai consiglieri una nota dell’assessore al turismo, Salvatore Agate, nella quale si dice che fine avrebbero fatto gli introiti della tassa di soggiorno.
La stima era che dal 2024 ci sarebbe stato un plafond di 400 mila euro. Il 45% per “eventi ad elevato richiamo turistico di target provenienti da fuori provincia che si preveda possano pernottare nelle strutture turistiche della città”. Il 10% per “info point qualificato e specializzato nell’accoglienza e gestione turistica, dotato di personale con conoscenze linguistiche certificate”. Il 20% per “migliorare il decoro e la capacità di accoglienza del tessuto urbano”. Il 25% per il trasporto pubblico locale “afferente a corse turistiche speciali, a servizio del turista anche in ore serali". L’assessore Agate stimava che nel 2023 i maggiori incassi sarebero stati pari a 100 mila euro.
Nel corso del consiglio comunale che doveva votare l’aumento, però, è successo qualcosa di particolare. Con il presidente Enzo Sturiano e un gruppo di maggioranza che hanno fatto comunale per tirare per le lunghe la discussione in attesa dell’arrivo di altri consiglieri. La seduta, infatti, rischiava di andare deserta per la consistente assenza di consiglieri di maggioranza o comunque favorevoli all’aumento. Allora parola a tutti, in attesa che il numero per il voto fosse utile. Assistendo al teatrino i consiglieri contrari alla delibera di aumento della tassa di soggiorno, però, hanno deciso di lasciare l’aula, facendo cadere il numero legale. Questo lunedì. Ieri, martedì, la votazione. L’aumento viene bocciato. E si tratta di una sonora sconfitta per l’amministrazione Grillo.
In tutto ciò continua la protesta degli operatori, che chiedono un confronto più diretto con l’amministrazione comunale.
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