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08/07/2025 09:00:00

 "Mentre a Marsala si litiga sulle lampadine, si spegne la viticoltura": l’appello dei Guardiani del Territorio

Un’intera economia agricola al collasso, ma l’attenzione della politica è tutta puntata su una guerra di luci. Succede a Marsala, dove il dibattito pubblico si infiamma sulle lampadine del Parco Archeologico, mentre nei campi si spegne, giorno dopo giorno, la speranza di centinaia di viticoltori.

Con una nota dura e amara, l’associazione "Guardiani del Territorio" denuncia quello che definisce un paradosso politico e umano: mentre il comparto vitivinicolo del Trapanese e dell’intera Sicilia affronta una crisi senza precedenti, l’attenzione delle istituzioni è rivolta a ben altro.

“Lampadine accese, viticoltura spenta”, scriviono i Guardiani mettendo in luce – è il caso di dirlo – l’assurdità di una situazione che rischia di passare sotto silenzio. “Saremmo alle comiche, se non fosse che nelle campagne del Trapanese e di tutta la Sicilia, la disperazione ha ormai il volto dei nostri viticoltori”, scrivono i Guardiani, senza mezzi termini.

Il riferimento è al dibattito acceso tra l'ex deputata Eleonora Lo Curto (commissaria provinciale della Lega) e i colleghi Grillo e Pellegrino, che si accusano a vicenda su chi abbia provveduto all’installazione delle luci al Parco Archeologico. Un dibattito surreale, se confrontato con la realtà di chi, in quelle stesse terre, non riesce più a sostenere i costi della produzione agricola, schiacciato da debiti e siccità.

A peggiorare il quadro è l’esclusione della viticoltura dalla cosiddetta “misura 23”, il pacchetto di aiuti pensato per le aziende agricole colpite dagli effetti del cambiamento climatico. Bruxelles aveva messo a disposizione fondi importanti, ma la Regione Siciliana ha deciso – inspiegabilmente – di non includere il comparto vitivinicolo tra i beneficiari.

Una scelta che, secondo i Guardiani, grida vendetta e richiede un’immediata retromarcia. Per questo, l’appello diretto all’onorevole Lo Curto è chiaro e senza giri di parole: “Chiami Sammartino (suo leader) e Barbagallo (Assessore regionale all’Agricoltura) e dica loro che i viticoltori non possono più aspettare. Che questa ingiustizia va sanata subito, che la misura 23 va riscritta includendo la viticoltura, e che servono almeno 50 milioni di euro veri, non promesse da talk show”.

Il comunicato si chiude con una riflessione che sa di denuncia sociale e politica: “Questa è politica con la P maiuscola, quella che si fa quando si ha a cuore il destino delle persone e non solo i titoli sui giornali. Il resto, diciamolo con amarezza ma senza paura, è solo cuittigghiu (pettegolezzo da cortile), mentre là fuori c’è chi rischia di perdere tutto”.