Lo scontro politico che infiamma da settimane il Comune di Trapani ha ormai trasceso i confini della dialettica istituzionale, sfociando in un botta e risposta sempre più personale, viscerale e, per molti, imbarazzante.
Dopo le dichiarazioni esplosive del Sindaco Giacomo Tranchida, che aveva definito i consiglieri di opposizione “a libro paga dell’imprenditore Antonini”, arriva la risposta ufficiale del Presidente del Consiglio Comunale, Alberto Mazzeo. Un intervento tanto fermo quanto istituzionale, che ha l’obiettivo di difendere la dignità dell’intera assemblea consiliare.
“I consiglieri sono donne e uomini liberamente eletti dai cittadini – scrive Mazzeo – che esercitano il mandato nel pieno rispetto delle regole democratiche e dell’autonomia. Nessuno agisce sotto condizionamenti esterni o per conto di soggetti terzi”.
Una presa di posizione netta, dettata – spiega Mazzeo – dal dovere di “ristabilire un clima civile e rispettoso nel confronto politico”. Un richiamo al buon senso e alla misura, che però ha avuto l’effetto opposto: il Sindaco non ha gradito.
La replica di Tranchida: “Mazzeo scelga da che parte stare”
E lo ha scritto nero su bianco.
“Non mi pare che il Presidente del Consiglio abbia titolo per moderare il dibattito politico esterno all’aula, a meno che non voglia spogliarsi del suo ruolo super partes”, scrive Tranchida. E ancora:
“Mi chiedo se Mazzeo voglia rappresentare tutti i consiglieri… o solo quelli del Pala Shark”.
Un riferimento neanche troppo velato alla presunta vicinanza tra Mazzeo e il mondo che ruota attorno a Valerio Antonini, ormai protagonista di un’attività politica sempre più esposta e, per alcuni, invasiva.
Ma Tranchida va oltre. Rivendica la propria frase sui consiglieri “a libro paga” come espressione legittima di un’opinione politica, anzi, “di fatti politici ben noti”, e ribadisce che si dice pronto a rispondere davanti a un giudice.
La città assiste, commenta, si divide. C’è chi ride, chi si indigna, chi si allontana. E chi chiede semplicemente che le istituzioni tornino ad essere luogo di responsabilità, non palcoscenico per regolamenti di conti personali.