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09/08/2025 06:00:00

In Italia nasce il (Nitag): il gruppo scientifico per i vaccini e non mancano le polemiche

il 5 agosto il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha firmato il decreto con cui viene ufficialmente ricostituito il Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni (Nitag), un organismo centrale per l’elaborazione e il supporto delle politiche vaccinali in Italia.

 

Il nuovo Nitag trova sede nel Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero della Salute. Le sue funzioni sono orientate a fornire supporto tecnico alla definizione delle politiche vaccinali nazionali, operando con rigore metodologico e seguendo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La durata è triennale, con un rinnovamento previsto per almeno la metà dei componenti, non sono previsti compensi per i membri né per eventuali esperti convocati. Le spese di missione sono coperte dal Ministero.

 

I compiti

 Oltre a fornire un compendio scientifico per la stesura del Piano Nazionale Triennale di Vaccinazione, è chiamato a: monitorare l’incidenza delle malattie infettive prevenibili e valutare l’efficacia dei programmi vaccinali in atto; analizzare i fenomeni di esitazione vaccinale per sviluppare strategie di comunicazione efficaci; aggiornare i programmi e il calendario vaccinale alla luce di nuovi prodotti o dati; promuovere la comunicazione pubblica e professionale in tema di vaccinazioni; collaborare con organismi internazionali come OMS, ECDC e UE su iniziative vaccinali globali (es. contro morbillo, rosolia, polio).

 

I componenti

Ne fanno parte membri che dichiarano l’assenza di conflitti di interesse e si impegnano alla riservatezza e all’adozione del Codice di comportamento del Ministero. Totale  assenza di rappresentanti di farmacisti, medici di famiglia e pediatri di libera scelta che hanno un ruolo attivo nelle politiche vaccinali.

 

 Il comitato è presieduto da Roberto Parrella, Presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, e poi è composto da esperti provenienti da ambiti istituzionali, accademici e scientifici. Tra i 22 membri designati figurano: Carlo Signorelli, professore di Igiene (Università di Parma e San Raffaele di Milano); Chiara De Waure, Università di Perugia; Carlo Petrini, presidente del Centro nazionale dei comitati etici; Maria Cinzia Leone, dirigente Ministero della Salute; Anna Teresa Palamara, ISS; Piero Ruggeri, Università di Padova; Mario Carmelo Zappia, DG ASP Enna; Emanuele Montomoli, Università di Siena; Giambattista Catalini, già Direttore Chirurgia ASUR Marche; Eugenio Serravalle, pediatra e docente a Pisa; Paolo Bellavite, già docente Università di Verona; Roberto Testi, ASL Torino; Francesco Vitale, Università di Palermo; Gian Luigi Marseglia, Università di Pavia; Domenico Martinelli, Università di Foggia; Fortunato Paolo D’Ancona, ISS Roma; Roberto Ieraci, ASL Roma 1; Lorena Martini, Agenas; Alessandro Perrella, Ospedale Cotugno; Alberto Villani, Ospedale Bambino Gesù.

Serie perplessità sono nate per la nomina di Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite che in passato hanno criticato le politiche vaccinali durante la pandemia ma anche prima, quando è stato deciso l’obbligo vaccinale per i bambini.

 

Le reazioni

Matteo Bassetti, infettivologo, parla di “Figure di grande livello accademico e scientifico insieme ad altre che sono palesemente fuori luogo in un gruppo tecnico sui vaccini. Come presidente di una società scientifica mi piacerebbe conoscere i criteri di scelta che hanno portato a queste nomine. Vedere in questo gruppo ministeriale alcune figure ideologicamente contro i vaccini e a favore dell’omeopatia, credo che rappresenti uno dei punti più bassi mai toccati nella salute pubblica italiana”.

 

 Beatrice Lorenzin, vicepresidente del gruppo del Pd al Senato, si dice sconcertata: “È difficile comprendere come, all'interno di un organismo tanto delicato, siano stati inseriti profili piuttosto controversi che, senza mezzi termini, hanno messo in dubbio più volte l'affidabilità dei dati sugli eventi avversi e criticato apertamente l'obbligo vaccinale e le politiche vaccinali degli ultimi anni. Il Ministro ha fatto una scelta poco scientifica e molto politica: ha messo i lupi tra gli agnelli. È solo l'ultima di una serie di scelte clamorose: l'astensione sul piano pandemico dell'OMS , e poi il voto sul regolamento sanitario internazionale che già hanno posto l'Italia fuori dalla sua autorevole e consolidata posizione tra le nazioni cardine nella lotta ai virus, oggi questo comitato che interviene invece in scelte molto precise sulla salute degli italiani".

 

Sugli ultra no vax anche Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva, mostra perplessità: "Il primo si è spinto a collegare i vaccini alla possibilità di morire nella culla. Ovviamente, con il concorso dei 'poteri forti'. Il secondo si distinse durante il Covid per gli interventi televisivi in cui metteva in risalto i rischi a cui sarebbe andato incontro chi si vaccinava. Secondo lui, è molto meglio ricorrere all'omeopatia. Che senso può mai avere un simile sproposito? Semplice: da un lato, Schillaci intende premiare con un incarico due figure di spicco del mondo no vax. Dall'altro, raccogliere consensi e rassicurare la galassia anti-vaccinista con il messaggio 'potete stare tranquilli, abbiamo messo due dei vostri a presidiare il campo, vaccinare gli italiani non sarà così facile'. In altri termini, tra la salute degli italiani e qualche voto in più, il ministro ha scelto qualche voto in più”.