L’ultimo capitolo della vicenda si è consumato dopo l’ennesimo tavolo tecnico a Palazzo d’Alì per discutere della convenzione trentennale che regola l’uso dell’impianto. Presenti, per la Trapani Shark, l’avvocato Roberto Schifani, il responsabile della comunicazione Paolo Cericola e altri tecnici; per il Comune, l’avvocato Lilli Santangelo, il segretario Panepinto, il dirigente amministrativo Nunziata Gabriele e il dirigente tecnico Amenta. Grandi assenti proprio i due protagonisti della contesa, Antonini e Tranchida.
La riunione, condotta con toni pacati, si era conclusa con un impegno di riservatezza fino al prossimo incontro, fissato per il 19 agosto. Ma la tregua è durata meno di un quarto d’ora: Antonini è andato in diretta su X accusando il Comune di aver definito la Trapani Shark “abusiva” e annunciando un’azione legale da 50 milioni di euro.
Il nodo del contendere è il cambio di natura giuridica della società: nel 2024, con la promozione in Serie A, la Trapani Shark è passata da SSD (senza scopo di lucro) a Srl (con fini di lucro), come previsto dai regolamenti della Lega Basket. Per il Comune, questa trasformazione invalida la convenzione originaria e comporta il pagamento di un canone e delle utenze arretrate.
Secondo l’amministrazione, inoltre, le rendicontazioni presentate dal club mostrerebbero entrate superiori alle spese, senza un reinvestimento diretto nel palazzetto, come previsto dal testo firmato nel 2023. Antonini respinge le accuse, sostiene che l’assessore Barbara fosse a conoscenza del cambio di status e minaccia: «Se entro domani non riceveremo la conferma che il Palashark è nostro, ci sposteremo e chiederemo il sequestro dell’impianto».
Il sindaco Tranchida non arretra: «La convenzione riguardava una società dilettantistica. Ora la Shark è una Srl e le regole vanno rispettate. Per me i colori granata non saranno mai abusivi nella loro città, ma vanno difesi rispettando le leggi e i trapanesi».
Sul fronte legale, l’avvocato Schifani ha definito «infondato» il tentativo del Comune di far decadere la convenzione, sottolineando «gli ingenti investimenti effettuati dal dott. Antonini per rilanciare lo sport cittadino».
Dal mondo politico, il consigliere Tore Fileccia (opposizione) ha difeso la società: «Il passaggio da SSD a Srl è un obbligo federale, non un capriccio. Il problema non è Antonini, è avere un sindaco inadeguato». Più istituzionale la posizione dell’onorevole regionale Dario Safina (PD), che ha invitato a «non trasformare il futuro sportivo e imprenditoriale di Trapani in uno scontro personale» e a proseguire sul tavolo tecnico.
Intanto, Antonini evoca rischi di ordine pubblico, dichiarando di aver ricevuto decine di chiamate dai tifosi e invitandoli a mantenere la calma. Ma il messaggio è chiaro: «Se dobbiamo manifestare, lo faremo in modo compatto».
La querelle Palashark: le tappe principali
Estate 2023 – Il Comune di Trapani assegna in concessione trentennale il Palashark alla Trapani Shark, allora SSD, guidata da Valerio Antonini. La convenzione prevede reinvestimento degli utili nell’impianto.
Giugno 2024 – Con la promozione in Serie A, la società si trasforma da SSD a Srl, come imposto dai regolamenti federali.
Inizio 2025 – Il Comune solleva dubbi sulla validità della convenzione dopo il cambio di status giuridico e contesta arretrati per circa 120 mila euro di utenze.
Primavera 2025 – Scoppia il caso “aria condizionata”: Antonini chiede al Comune di installare un impianto al Palashark, ma l’amministrazione ribadisce che non rientra negli obblighi previsti.
Giugno–Luglio 2025 – Botta e risposta quotidiani sui social tra Antonini e il sindaco Tranchida, con reciproche accuse e annunci di conferenze stampa “esplosive”.
11 agosto 2025 – Dopo un tavolo tecnico in Comune, Antonini accusa la giunta di aver definito la Shark “abusiva” e annuncia una causa da 50 milioni di euro.
19 agosto 2025 – Previsto il prossimo incontro per tentare di trovare un accordo e salvare la convenzione.
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