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19/08/2025 08:00:00

Caporalato nel Trapanese, i sindacati: “Realtà sommersa che va fatta emergere"

Il caporalato continua a emergere come una piaga nelle campagne del Trapanese, dove la dignità dei lavoratori e del lavoro viene compromessa da un sistema illegale che alimenta sfruttamento e concorrenza sleale. A denunciarlo sono i segretari provinciali della Flai Cgil, Giovanni Di Dia, della Fai Cisl, Massimo Santoro, e della Uila Uil, Leonardo Falco, dopo i recenti controlli dei carabinieri del comando provinciale di Trapani in diciotto aziende agricole del territorio.

 

Le verifiche hanno fatto emergere gravi irregolarità: lavoro nero e sottopagato, assenza di sicurezza nei luoghi di lavoro e condizioni abitative degradanti per i braccianti. Su ventotto lavoratori controllati, sette – tutti stranieri – erano impiegati in nero nella coltivazione di meloni, angurie e ortaggi in serra, con turni superiori alle dieci ore giornaliere.

“Ci troviamo di fronte a datori di lavoro senza scrupoli e senza umanità – sottolineano i segretari Di Dia, Santoro e Falco – che oltre a sfruttare i lavoratori li costringevano a vivere in alloggi fatiscenti, privi delle condizioni minime di dignità”.

 

I sindacati esprimono apprezzamento per l’operato delle forze dell’ordine e dell’Ispettorato del lavoro, ma rilanciano l’urgenza di un’azione costante: “È necessario fare emergere la realtà sommersa del caporalato e del lavoro nero attraverso controlli serrati, senza tregua, contro quelle aziende agricole che scelgono di operare nell’illegalità”.

Secondo Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, la battaglia contro lo sfruttamento non può prescindere dall’impegno sindacale diretto nei campi e nelle serre, accanto ai lavoratori: “Oggi più che mai – concludono – riteniamo indispensabile la nostra presenza sul territorio. Non smetteremo di denunciare chi calpesta i contratti, la sicurezza e la dignità del lavoro”.