Annalisa Tardino, ex europarlamentare della Lega ed ex coordinatrice del partito in Sicilia, è stata nominata dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale, che gestisce gli scali di Palermo, Termini Imerese, Trapani, Porto Empedocle, Licata e Gela.
Un incarico di grande peso strategico, che Tardino ha accolto “con emozione e senso di responsabilità”, ringraziando Salvini “per avere infranto un altro soffitto di cristallo” e rivendicando il valore della rappresentanza femminile in ruoli apicali. Ha promesso “continuità amministrativa, efficienza gestionale e sviluppo del territorio”, ringraziando il presidente uscente Pasqualino Monti per il lavoro svolto negli ultimi anni. La nomina era stata annunciata già a giugno, e adesso formalizzata. Già due mesi fa però l'annuncio aveva suscitato non poche polemiche politiche. Adesso lo scontro si fa più acceso, con il presidente della Regione Schifani che farà ricorso al Tar contro la nomina.
Lo scontro politico
La nomina ha però innescato uno scontro istituzionale senza precedenti. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha annunciato ricorso contro il provvedimento, che ritiene illegittimo sia per l’assenza di concertazione con la Regione – come previsto dalla normativa – sia per la mancanza dei requisiti professionali specifici in materia di portualità, logistica e infrastrutture. Palazzo d’Orléans ha già fatto sapere che, se la nomina sarà formalmente confermata, sarà impugnata davanti al TAR con richiesta di sospensione cautelare.
Durissimo il commento del deputato regionale del PD Dario Safina, che definisce la scelta “una vergogna”: “Non si può affidare un ruolo così strategico a chi non ha alcuna esperienza nel settore. Si mortificano anni di lavoro e progetti avviati con competenza e visione, come il rilancio del porto di Trapani e il waterfront”.
A queste critiche si aggiunge anche la voce del Movimento 5 Stelle. “L’imposizione di Tardino da parte del ministro Salvini e l’immediata risposta del presidente della Regione di voler impugnare la nomina – afferma il capogruppo M5S all’Ars Antonio De Luca – testimoniano la totale mancanza di dialogo nel centrodestra e la mancanza di visione del governo nazionale, che punta ad occupare una casella di partito anziché a scegliere un player d’eccezione per coordinare un’Autorità strategica per l’intero Mediterraneo. Sarebbe stata auspicabile una figura di pari caratura rispetto a quella di Pasqualino Monti, e invece si pensa ad occupare comode poltrone anziché a lavorare per il bene dei siciliani”.
La frattura tra Salvini e Schifani
Il caso diventa così un nuovo terreno di scontro tra Matteo Salvini e Renato Schifani. Il governatore, che più volte aveva rivendicato il diritto della Regione a essere coinvolta nelle scelte sui vertici dell’Autorità portuale, si ritrova ora bypassato da Roma e pronto a dare battaglia in tribunale.
La polemica si inserisce in un contesto politico già segnato da tensioni tra Lega e governo regionale e rischia di avere ricadute dirette sulla gestione dei porti siciliani, infrastrutture decisive per l’economia dell’isola. Nei prossimi giorni si capirà se la nomina di Tardino resterà in piedi o se sarà il TAR a deciderne le sorti.