A Trapani il caos è servito. Telefonate registrate, riunioni infuocate, stracci che volano tra vecchi amici, il tutto in diretta social. Perché ormai, la politica a Trapani è peggio di un Truman Show.
Così, ieri, la giunta guidata dal sindaco Tranchida è stata rivoluzionata in un solo giorno. Prima l’avvicendamento Guaiana-Passalacqua. Poi le dimissioni di Lele Barbara, assessore allo Sport, finito al centro di due fuochi: Giacomo Tranchida e Valerio Antonini. La questione della convenzione del PalaShark lo ha messo alla porta, con Tranchida che lo avrebbe accusato di essere “al guinzaglio di Antonini”, e l’imprenditore romano che registra di nascosto le telefonate.
Le voci di Palazzo e l’audio che scotta
Già da qualche giorno fonti di Palazzo sussurravano di aria tesa al Comune. Lunedì c’era chi diceva che Lele Barbara stava preparando gli scatoloni per lasciare la giunta. Tranchida ha smentito, parlando di una riunione di giunta “serena”, durata sette minuti.
Ieri sera, però, il patatrac. Valerio Antonini, leader del movimento Futuro, ha pubblicato sui suoi profili social l’audio di una telefonata avuta lunedì con Barbara. I due sono amici, si sa. E il tono è confidenziale, con Antonini che bacchetta l’allora assessore: “Come ti viene in mente di fare quello che hai fatto sabato sera?”. Il riferimento è alla reazione di Barbara ai cori offensivi durante la partita con il Latina: “uomo di m…”.
Nel file si sente la voce dell’assessore che racconta delle pressioni ricevute dal sindaco Tranchida: Barbara avrebbe dovuto interpretare le offese ricevute allo stadio come se i tifosi fossero aizzati da Antonini. Barbara è stato il personaggio politico più vicino ad Antonini in questi due anni.
Il metodo Antonini
Ma c’è di più: Barbara anticipa ad Antonini – leader dell’opposizione alla giunta di cui faceva ancora parte – che si sarebbe dimesso da assessore. Anzi, Antonini lo sapeva già. “Gli dirò quello che già sai. Oggi è la giornata clou”, dice Barbara nella telefonata.
Al di là del contenuto della telefonata, a Trapani lo scontro politico è caduto davvero in basso, con conversazioni registrate e rese pubbliche. Oggi è Barbara, domani chi sarà? Quanti altri amministratori, politici, burocrati sono stati registrati e, possibilmente, soggetti al “metodo Antonini”?
Le parole di Barbara
Torniamo alla politica. Ieri sera, poche ore dopo la pubblicazione della telefonata, Barbara si è dimesso da assessore con una diretta Facebook.
“Mi dimetto perché non è più possibile portare avanti incarichi di governo, non è più possibile essere se stessi”, ha esordito. Poi ha liberato il campo da ogni sospetto: “Non sto aderendo al movimento Futuro”.
Barbara ha ricordato la sua esperienza da portavoce del sindaco e social media manager: “Quattro anni intensi”. È finito al centro dello scontro sulla convenzione del PalaShark, una situazione che definisce “assurda e inspiegabile”. Barbara, in questa contesa, sta dalla parte di Antonini: “La convenzione per me è valida, l’ho detto in tutti i modi. Il bando non è necessario”.
“Giunta monarchica"
Poi parla di Tranchida e racconta di come i rapporti si siano frantumati nelle ultime settimane: “Non voglio male al sindaco, ma questa questione personale tra lui e Antonini non mi vede concorde”.
Quindi l’affondo: “Negli ultimi anni la città si è abituata a una giunta monarchica. Rinuncio a una barca di soldi, perché l'indennità è molto alta”.
Barbara torna sui fatti di sabato allo stadio: “Quel coro deriva anche da quel progetto che non è andato ancora in porto. Per aver detto la verità è successo un macello in giunta, sono stato criticato. Nella serata di ieri, il sindaco mi ha fortemente criticato e mi ha detto che sono un cagnolino al guinzaglio di Antonini. Non è così. Mi ha detto che ho perso lucidità nella gestione della cosa pubblica. Ci sono rimasto molto male, perché ho dato tutto me stesso a Giacomo Tranchida”.
Appello finale e futuro incerto
Barbara ribadisce: “Non andrò da Valerio Antonini. Mi dimetto con senso del dovere. Antonini poteva evitare di caricare la telefonata, ma io dico la verità in quella conversazione”.
E ancora, l’appello al sindaco: “Credo che qualcun altro dovrebbe valutare di rivedere la propria posizione. Giacomo, rivedi la convenzione. Serve semplicemente aggiornarla, evitiamo al Comune il rischio di un danno erariale clamoroso. Per il Comune sarebbero problemi seri se la richiesta di risarcimento danni dovesse andare in porto”.
Barbara non risparmia la maggioranza, ammettendo che avrebbe avuto l’ambizione di diventare sindaco di Trapani: “Ma ho capito che a Palazzo D’Alì è tutto già stabilito. In questa maggioranza è tutto stabilito. Io non rimarrò a fare il burattino. Voglio ritrovare la serenità mentale. Sono un uomo serio, non un uomo di merda come qualcuno ha urlato”.
Poi conclude con la previsione: “Non mancherà molto a una prossima scadenza elettorale”. Per Barbara, è anzi “opportuno tornare a votare. Il governo è in impasse. Non si può andare avanti con una giunta monarchica”.
Cosa succederà adesso? Si aspetta la mossa di Giacomo Tranchida. Tra polemiche, accuse e scontri interni, la politica trapanese registra così una nuova scossa.