Sulla vicenda del mancato finanziamento e dello spostamento del concerto “A Nome loro” da Castelvetrano a Palermo (ne abbiamo parlato qui), l’onorevole Nicola Catania di Fratelli d’Italia, ha voluto chiarire la sua posizione. Contattato telefonicamente, ha precisato che l’emendamento per il finanziamento dell’evento non è stato affatto bocciato come è stato scritto qualche giorno fa, ma semplicemente accantonato.
“E’ una cosa ben diversa dal rigetto e risiede nella natura stessa della finanziaria in discussione – ha precisato Catania - L’emendamento che ho fatto presentare al capogruppo di Fratelli d’Italia aveva il benestare anche del presidente Schifani, ma dato che il governo ha deciso di fare soltanto le cose urgenti, visto che riguardava materie diverse da quelle prioritarie (come i consorzi, le emergenze idriche ecc…), non è stato trattato.”
Ciononostante, avendo anche ridotto l’importo, Catania era sicuro di ottenere il finanziamento: “Sono convinto che parlando con Schifani e considerando la valenza dell’iniziativa, un’operazione diversa l’avremmo potuta fare. Io avevo già un appuntamento col Presidente”.
L’idea, come abbiamo già scritto, era quella di inserire l’iniziativa nel bilancio del Parco Archeologico di Selinunte, che è un ente pubblico. Questo avrebbe permesso di superare le difficoltà legate al finanziamento diretto delle associazioni private.
Gli organizzatori però avevano bisogno di certezze e, a causa di impegni e contratti già presi, temendo penali in caso di annullamento o ritardo, avevano bisogno di certezze nel più breve tempo possibile. Questo, secondo Catania, “ha impedito di attendere i tempi necessari per l’approvazione dei fondi”.
Insomma un problema più tecnico che politico, non legato all’indagine sul presidente dell’Ars Galvagno: “Non c’entra nulla, visto che il lavoro per il finanziamento era iniziato già a gennaio, ben prima che queste vicende emergessero. Quella di concentrare i finanziamenti su enti pubblici – ha precisato ancora Catania – è stata una scelta politica che risale a prima degli scandali, proprio per evitare problemi legati a ‘mance’ o contributi diretti ad associazioni”.
Ma quando si accenna allo scandalo Auteri (qui un approfondimento di Tp24), l’onorevole concorda: “Quello sì. Per via dei fondi regionali indirizzati ad un’associazione culturale legata alla propria madre, credo. Questa almeno è l’accusa, che ha portato alla scelta politica di non poter più fare emendamenti diretti alle associazioni. È per questo che avevo proposto agli organizzatori di ‘A nome loro’ di costituire una fondazione. Ma forse sarebbe stato troppo oneroso”.
Rimane però il fatto che gli organizzatori del concerto hanno tentato più volte di contattare l’assessore regionale al turismo Elvira Amata, senza ricevere alcuna risposta. Su questo però Catania spiega che Amata “non poteva fare nulla in merito al finanziamento diretto dell’evento”. E chiarisce che nel capitolo dei fondi destinati a iniziative ‘direttamente promosse’ o ‘di patrocini’ non solo non c’era un centesimo, ma non sarebbe stato nemmeno possibile rimpinguare il capitolo del turismo con una variazione. Cosa possibile solo per le materie urgenti.
“L’assessore aveva appoggiato e votato il mio emendamento – sottolinea Catania - Non è che non avesse la volontà di incontrare gli organizzatori o di risolvere il problema. Semplicemente non aveva diponibilità di fondi per quella specifica tipologia di contributo. Per il quale, tra l’altro, gli organizzatori non avevano fatto una formale istanza al suo assessorato, perché appunto avevano riposto fiducia in un percorso amministrativo diverso, ovvero quello che coinvolgeva me come interlocutore e la richiesta di finanziamento tramite il Parco Archeologico. Io ho sempre agito da tramite, parlando direttamente con l’assessore per cercare soluzioni alternative. Ma ripeto, un suo diretto intervento sarebbe stato impossibile proprio per la mancanza di fondi specifici e per il fatto che era stato intrapreso un altro percorso”.
Alla fine, anche per Catania il mancato svolgimento dell’evento nella sua sede originale di Castelvetrano è stato visto con amarezza. Ma nessuna rassegnazione: “Credo che farlo altrove snaturi la vera evoluzione di questa idea. Il mio auspicio è che in futuro si possa lavorare con maggiore fiducia e tempestività per un’iniziativa di grande valenza per il territorio”.
Egidio Morici