Trapani senza una bussola, senza una linea istituzionale lucida e rispettosa dei cittadini. Trapani senza una politica che sia in grado di volare alto, audio pubblicati, telefonate private rese pubbliche. Una violazione continua.
E poi c’è un assessore, Lele Barbara, che non ha smentito il suo profilo: le dimissioni sono arrivate a mezzo Facebook, sconoscendo la più elementare delle regole che vorrebbero il massimo rispetto per chi lo ha eletto e per la città che rappresentava. Lo dice lui stesso che dopo la diretta avrebbe inviato la Pec di dimissioni, al massimo poteva fare il contrario per rispetto istituzionale.
E invece è tutto un grande fratello, con un cortile che è stato perfino istituzionalizzato.
Barbara è stato fortemente voluto dal sindaco Giacomo Tranchida, che ne ha spinto la figura già nella prima sindacatura: un abbaglio. Non c’entrano nulla le caselle politiche, semmai la capacità di non rendere l’Amministrazione un postificio, e un assessore come Batman. Barbara aveva 18 deleghe. Una concentrazione di potere che significa esercizio dello stesso, con una probabile deriva dettata da fattori evidenti. Eppure Tranchida è andato avanti, ha continuato a pompare questo giovane, fino a fargli pensare di poter diventare il nuovo re di Trapani. E poi è arrivato Valerio Antonini, a cui sono state consegnate le chiavi della città, da maggioranza e opposizione. Il ricco imprenditore che sa muoversi soprattutto nei rapporti tra le persone, registrando audio e telefonate. Avendo quindi poi in mano uno strumento che diventa pericoloso, e questo attiene alla buona politica, che non c’è, attiene alla buona educazione e anche a questione di decoro personale. E non si compra al supermercato.
Ma chi si sogna di registrare una conversazione telefonica? Solo chi ha evidenti e altri scopi. E quanti altri sono stati registrati e sono potenzialmente sotto “ricatto”? La deriva a Trapani è stata servita. Ed è pericolosa. Tossica. Con una opposizione silente, perché timorosa e messa a tappetino ad Antonini, mentre il movimento Futuro si muove con spavalderia. No. Stiano sereni che la politica non è questa, non è nemmeno fare amministrazione. E pare evidente che altri palazzi potrebbero intervenire e sotto altri aspetti. Ieri, il day after, è stato strano a Trapani. Antonini si è lasciato andare in altri post. Tranchida non è intervenuto, ancora. Il sindaco riflette, medita, e non esclude che possa agira anche in sede giudiziaria per il contenuto della telefonata tra l’imprenditore romano e il suo ex delfino.
Barbara, stritolato
Aveva certezza sempre di quello che faceva e diceva, minacciava querele a destra e manca, le ha fatte. Era pronto a fare lo scatto successivo: la candidatura a sindaco. Ha abbracciato Antonini e da quell’abbraccio non si è potuto mai più allontanare. Le dimissioni sono arrivate dopo la pubblicazione dell’audio di Antonini, quasi indotte per timore che chissà che altro sarebbe potuto venire fuori. Un video lungo per dire essenzialmente che è favorevole alla convezione tra il Palashark e Antonini, senza chiedere ulteriori pareri legali e tecnici. E che lo scontro tra Tranchida e Antonini è personale.
La domanda da fare sarebbe: cosa altro c’è, e che potrebbe venire fuori, che ha spinto Barbara a silenziarsi istituzionalmente?
L’ attacco al sindaco Tranchida è un attacco poi a se stesso: la giunta “monarchica”, così definita da Barbara, è la stessa di cui ha fatto parte per due anni con una ricca indennità. Magari, volendo andare oltre la semplice e pure scontata diretta social, oggi sarebbe stato il sindaco stesso a revocargli l’incarico e Barbara ha giocato di anticipo.
L’ex assessore non compie alcun atto eroico, se ne va dicendo che con coraggio perderà una “barca di soldi”, riferito alla indennità di carica. I ruoli in Amministrazione hanno un compito diverso rispetto a quello di contare i mesi di indennità percepita. Non si ricordano, prima di questa notte, attacchi diretti fatti dall’ex assessore al suo sindaco, alla stessa amministrazione di cui ha fatto parte. Il vento è cambiato o Barbara ha deciso di sedersi da un’altra parte della tribuna? Ha sottolineato che non aderirà al movimento Futuro. Si vedrà.
L’invito poi al sindaco di dimettersi e, quindi, portare la città al voto è la prova provata che c’è una operazione elettorale-politica-alla base. Una manovra chiara. Le elezioni arrivano, in caso di dimissioni, dopo un periodo di commissariamento. Il consiglio comunale, però, può procedere a mozione di sfiducia, chissà quanti avranno il coraggio di rinunciare al gettone e a rischiare di non essere rieletti.
I consiglieri restano con Tranchida
Nessuna spallata a Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, anzi, le dimissioni di Emanuele Barbara da assessore hanno ricompattato la maggioranza. I quattro consiglieri di Rigenerazioni - Verdi Europa, che facevano riferimento proprio all'ex assessore, hanno annunciato di non condividere le posizioni di Barbara e di restare al fianco del primo cittadino.
Giovanni Parisi, Baldo Cammareri, Angela Grignano e Andrea Genco parlano di “stupore e incredulità” per i fatti delle ultime ore, sottolineando come il clima politico cittadino sia ormai “avvelenato come non mai”.
I consiglieri rivendicano il percorso condiviso con Barbara sin dall’inizio della sindacatura, ma lamentano di aver appreso solo tramite i social alcune interlocuzioni tenute dall’ex assessore e mai condivise con il gruppo: “Avremmo auspicato maggiore chiarezza e sincerità nei nostri confronti, ma abbiamo dovuto constatare che la nostra lealtà non era pienamente contraccambiata”.
Rigenerazioni-Verdi Europa assicura, dunque, compattezza e sostegno alla maggioranza: “Qualcuno che forse credeva di poterci spezzare o soggiogare rimarrà deluso: ci troverà uniti, coesi e coerenti. Non lasceremo che la scelta di una singola persona – confusa o forse eccessivamente preoccupata del suo futuro politico – possa ledere la nostra volontà di portare avanti il lavoro per la città”.
Il gruppo ribadisce i principi di correttezza, trasparenza e legalità e si dice pronto a sostenere un percorso di verifica istituzionale: “Un consulto legale o un parere dell’ANAC potrebbero chiarire la querelle e permettere a tutti di operare in serenità”.
Infine, respingono con forza l’idea che vi siano complotti orditi dal sindaco o dall’amministrazione: “È una narrazione fuorviante. I comportamenti eversivi sono altri e chi li mette in atto prima o poi ne pagherà lo scotto”.
Divorzio con addebito
Finisce così la storia politica tra Tranchida e Barbara. Ciò che andrà avanti sarà questo rimpallo di responsabilità, di audio che finiranno sui social, di dirette che rasentano il ridicolo e che sono lontane dalla politica e dalle istituzioni che si vogliono rappresentare. Mala tempora currunt.