Trapani, meno di duemila in piazza per il partito di Antonini e della suocera
11,20 - Non è stata la prova di forza che Valerio Antonini e il suo movimento Futuro avevano annunciato. La manifestazione di questa mattina sotto Palazzo d’Alì, convocata per chiedere le dimissioni del sindaco Giacomo Tranchida, ha raccolto molto meno pubblico del previsto.
Gli organizzatori parlavano di un minimo di 5.000 persone, ma persino la tv di Antonini, Telesud, ha dovuto ammettere che in piazza non c’erano più di 2.000 partecipanti.
Tra cori e slogan — qualcuno gridato in romanesco, tanto caro al patron granata — Antonini è arrivato in piazza per il bagno di folla (modesto) e il consueto show dal palco.
In piazza, accanto a tanti curiosi, non sono mancati politici in cerca di nuova collocazione e qualche consigliere comunale di opposizione di Trapani ed Erice, pronti a salire sul carrozzone del momento.
Ma la prova numerica, al di sotto delle aspettative fissate dagli stessi organizzatori, ha reso evidente il limite dell’operazione: il movimento di Antonini ha acceso polemiche e tensioni, ma non sembra ancora in grado di spostare davvero la piazza, se non urlando a complotti e aizzando l'odio verso le istituzioni, la stampa, chi non la pensa come il padre - padrone del nuovo partito.
08,00 - In un clima sempre più tossico, fatto di sospetti, veleni e accuse reciproche. Trapani si prepara oggi a vivere una nuova giornata campale. Il movimento Futuro, creato dall’imprenditore romano Valerio Antonini, patron di Trapani Calcio e Trapani Shark, e guidato formalmente dalla suocera Antonella Granello, ex sindacalista oggi segretaria del partito, scende in piazza per chiedere le dimissioni del sindaco Giacomo Tranchida.
L’obiettivo è chiaro e numerico: 5.000 partecipanti. Antonini lo ha fissato come soglia di successo della mobilitazione, e in settimana ha messo in campo ogni strumento per convocare i trapanesi: appelli, video, reel, dirette, e il solito complottismo.
L’evento, però, più che una protesta tradizionale, assomiglia a una prova di forza politica. Una piazza “familiar-populista”, con tratti da Trump all’italiana, che traduce la politica in tifo, alimentata dalle dirette social del suo leader, ormai più simili a monologhi da arena che a dibattiti.
Tutto nasce dal contenzioso sul Palazzetto dello sport “Ettore Daidone”, concesso nel 2023 in convenzione trentennale alla Trapani Shark quando era ancora società dilettantistica. Con la trasformazione in Srl e il mancato pagamento di 120 mila euro di bollette arretrate, il Comune ha chiesto chiarimenti e aperto la strada a un nuovo bando. Da lì, il confronto si è trasformato in terremoto politico e ha dato vita al movimento Futuro.
La nota di Antonella Granello parla chiaro: «È stato superato ogni limite. L’arroganza del sindaco, l’incapacità di accettare il pluralismo hanno minato il rapporto con la città. La dignità dei trapanesi non può subire ricatti morali. Oggi lo ribadiremo in piazza».
Il centrodestra vive un dilemma: scendere in piazza accanto ad Antonini, rischiando di consegnargli la leadership dell’opposizione, o restare defilato? La soluzione è a metà: oggi in piazza ci saranno i consiglieri comunali, non i partiti. Tra i presenti, anche il socialista Nino Oddo, più per astio verso Tranchida che per convinzione sul progetto di Futuro.
La risposta del Comune non si è fatta attendere. Con una nota, la giunta ha denunciato «una crescente campagna di odio volta a diffamare amministratori, funzionari, imprenditori e giornalisti» e ha invitato i cittadini a non farsi strumentalizzare: «Trapani non è in vendita», ribadisce l’amministrazione, richiamando tutti alla calma e al rispetto delle regole democratiche.
Oggi dunque si consumerà un nuovo capitolo della guerra politica che tiene in ostaggio la città. Sarà il termometro della forza reale di Antonini e del suo partito. Sotto quota 5.000, per lui sarà un mezzo fallimento. Sopra, la battaglia con Tranchida entrerà in una fase ancora più aspra.
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