Trapani Shark, un invidiabile equilibrio. Gerarchie già definite
Trapani Shark: il roster è finalmente al completo, dopo i rientri del ritardatario JD Notae (Mamma, ho perso l’aereo...) e del neocapitano Alibegovic, (finito anzitempo l’impegno europeo con la Bosnia). Coach Repesa ha tutti a disposizione.
Non ritengo che una squadra rivoluzionata a metà possa far cambiare le filosofie operative del “Buster” rappresentate da un veloce gioco in transizione, perfettamente interpretato l’anno passato. Dovrà però mettere in preventivo quei piccoli accorgimenti dettati dalle caratteristiche tecniche dei nuovi. Cioè, più muscoli da far valere nella fase difensiva e meno voli pindarici nella fase di attacco, con maggiore essenzialità nelle varie fasi di gioco.
Le prime uscite segnano un percorso netto nel torneo di Udine e nell’amichevole a Manresa, in Spagna. La squadra nelle varie occasioni ha mostrato un invidiabile equilibrio e nonostante Jasmin Repesa non ami molto le gerarchie precostituite, si partirà da un quintetto base che possa fornire certezze anche ai subentranti.
In cabina di regia le “chiavi della macchina” dovrebbero essere affidate ad Arcidiacono, il più puro dei playmaker, pronto a subentrargli Cappelletti. E Jordan Ford, che a Trento giocava da playmaker puro? Pronto per lui un doppio ruolo sia da play che guardia. Liberarlo da compiti di costruire gioco, potrebbe esaltarlo in marcatura e magari migliorare quota 17 punti quella conseguita nello scorso anno, in Trentino. Lo stesso dicasi per Notae che, sicuramente, non vedremo in cabina di regia nel corrente anno. Repesa finalmente si è convinto che si trova tra le mani un incommensurabile talento naturale con il solo limite che con il pallone a spicchi in mano “spesso si dimentica dei compagni e vede solo il canestro”.
Come ala piccola non si può prescindere da Petrucelli, reduce da un ottimo campionato nel ruolo di frangiflutti. In alternativa Rossato, un nazionale in cui il Selezionatore Pozzecco non ha creduto fino in fondo. Nel ruolo di ala grande non c’è che l’imbarazzo della scelta. Alibegovic sarà il “primus inter pares”, ma pronti a ruotare i neo acquisti Allen e Hurt che hanno dimostrato di avere molti punti nelle mani. Entrambi andrebbero disciplinati nella fase difensiva, ma sui fondamentali sono una certezza.
L’unico dubbio sulla titolarità del pivot rimane quello tra Eboua, che vanta una fase di ambientamento già ampiamente collaudata e Sanogo, alla prima avventura europea. Dalle prime apparizioni il riconfermato sembra si sia trovato più a suo agio, mentre l’ex NBA ancora non ha completato la fase di rodaggio. Ma risulta fin troppo chiaro che il dualismo tra i due non può che giovare sul rendimento di entrambi. La lunga ombra di Hurt, che in Australia giocava da centro, potrebbe stimolare ulteriormente il rendimento in un ruolo che avvertirà la mancanza di un Totem come Horton, trapiantatosi in laguna. Ma inutile rimpiangere l’ USA: si volta pagina e si guarda avanti, come avviene giustamente in ogni attività sportiva.
Gli onori della cronaca, con un basket dormiente e con il calcio alla quarta giornata, sono tutti incentrati sugli exploit del presidente Antonini, infervorato da un nuovo amore. Dopo imprenditoria sportiva e quella dell’Informazione, con un monopolio televisivo ben consolidato, si è gettato, bulimico e a corpo morto, in politica.Uno e trino, dunque, addirittura superiore a Berlusconi, un semplice “Unto del Signore” di cui, in formato nettamente ridotto, si appresta a seguirne le orme. Paragonarlo all’Eccelso, equivale ad un peccato di blasfemia, più che di supponenza e megalomania. Il Plenipotenziario ha più tratti simili ed attinenza con un personaggio uscito dalla penna di Miguel de Cervantes. Il suo Don Chisciotte, presenta analogie, ma con chiare diversità tragicomiche dovute ai tempi differenti, con il poliedrico personaggio trasmigrato in citta con tanto di lasciapassare. Il Don Chisciotte spagnolo, dopo aver perso il senno, decide di trasformarsi in un cavaliere errante e di lanciarsi contro mulini a vento, servendosi di un ingenuo scudiero, Sancho Pancha, promettendogli terre e ricompense. Naturalmente emergono tra i due personaggi squilibri, disarmonie e differenze : un comune denominatore potrebbe essere rappresentato dal conflitto perenne tra realtà ed illusione. Dover combattere “terribili giganti”, trovati inopinatamente sulla propria strada, può esporre a figure peregrine o cocenti sconfitte. Al Tycoon qualcosa del genere è già successa: dopo la magra figura sui Crediti d’Imposta, che ha condotto al risultato di inibizioni personali e di pesanti penalizzazioni inflitte alle squadre di calcio e basket. Tutti fattori che che hanno ridimensionato notevolmente abbonamenti e credibilità. Non ancora smaltite le scottature, ci riprova con le Istituzioni politiche ed amministrative della città, nella convinzione che il popolo possa seguirlo ciecamente in tutte le iniziative avventurose. Il bagno di folla oceanica - 5 mila l’obiettivo del Deus ex Machina- è rimasta nel mondo dei sogni. Solo qualche centinaia di adepti, per lo più precettati dal mondo sportivo, plaudenti e pronti a seguirlo, ma con la maggior parte dei presenti rimasti ai margini del grosso vaso che sostituiva il palco, indecente considerato importanza ed imponenza dell’avvenimento. Sarà una lotta vana, come nei pronostici sportivi, o la manovra politica sarà coronata dal successo? Facile affidare “ai posteri l’ardua sentenza”, ma sconfineremmo in un campo letterario del tutto italico. Concludo, citando uno dei più celebri episodi che sicuramente fotografa meglio la situazione esistenziale vissuta dall’aspirante taumaturgo. Secondo Cervantes, l’ eroe, scambiando due mulini a vento per due giganti che stanno per compiere azioni malvagie nei confronti dell’ adorata Dulcinea: ”diede de sproni a ronzinante, senza badare al suo scudiere, il quale continuava a dirlo ch’erano mulini a vento quelli che andava ad assaltare” . Toglierlo a priori dalle illusioni equivarrebbe quasi ad un esercizio di sadismo psicologico. Il misericordioso compito attiene- aldilà di ogni ragionevole dubbio- ai tanti Sancho Pancha, cui ha promesso posti e prebende in una futura amministrazione presieduta personalmente o da un attaché, fin da ora designato. Qualcuno dai banchi dell’opposizione in Consiglio ha già ceduto alle lusinghe del neo oppositore che, dopo una lunga luna di miele, inopinatamente – o meglio per interessi non più collimanti- ha deciso di rompere il matrimonio e stabilire gli addebiti. La stragrande maggioranza dei cittadini per ora, come le stelle è ferma ad osservare col nasino all’insù. Si sta mostrando scettica e con poche certezze, ma ben confuse nella testa. La maggioranza silenziosa rimane così in attesa, aspettando quegli sviluppi che portano alla conoscenza della verità che ritengono non legata alle idealità ed ai fini finora espressi dal Tycoon. Sarà questo il nodo gordiano da sciogliere. Molto più credibile sarebbe l’ammissione di voler generare profitto a fini personali e che la politica gli serva come trampolino di lancio. “Ipse dixit”, quando tempo addietro affermò in televisione di puntare ad un seggio senatoriale.
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