Non c'è proprio necessità di mettere a rischio la vita di qualcuno per consegnare degli aiuti a Gaza! Lo ha detto chiaro e forte Giorgia Meloni: bastava consegnarli a noi e li facevamo arrivare in poche ore! Magari ha un corridoio personale e privilegiato con Bibi, del resto, sono amici. Volevo solo fare qualche raccomandazione alla nostra Première Dame, in questo suo slancio umanitario: dica a qualcuno dei suoi di controllare il contenuto dei pacchi da portare a Gaza, non creiamo incidenti diplomatici. Soprattutto, non le venga in mente di aggiungere pasterelle: niente cibo troppo calorico per i bambini palestinesi sopravvissuti! Non sia mai che si rimettono in forza e cominciano a sognare di nuovo un possibile futuro. Il divieto è noto: organizzazioni come Music for Peace hanno denunciato che i militari israeliani tolgono dagli aiuti biscotti, miele e marmellata con la motivazione che danno "troppa energia ai bambini".
E già che ci siamo, controlli dentro i pacchi che non ci siano datteri o frutti con il nocciolo, signora presidente! È risaputo, in quella sacra terra, che quest'ultimo viene usato come proiettile letale contro le milizie israeliane. E pure i datteri? Beh, i loro semi appaiono sospetti ai raggi X.
Faccia pure controllare che non ci sia materiale sanitario essenziale. Le medicine per i feriti, come bombole di ossigeno o anestetici, allungherebbe inutilmente la loro sofferenza. Amputare un braccio o una gamba senza anestesia a un bambino palestinese ferito gli tornerà utile a imparare la lezione per tutta la vita: un nuovo approccio pedagogico per forgiare una nuova generazione di sopravvissuti senza il timore che possano diventare terroristi. Mi raccomando, leggete bene il vademecum della Gaza Humanitarian Foundation, l'entità di distribuzione sostenuta militarmente da Israele e aspramente criticata da MSF. Sono molto fiscali e non fanno entrare roba troppo utile alla sopravvivenza.
Questa invasione israeliana, e il sistema di blocco che ne è l'architrave, è una presa in giro così palese da costringere le organizzazioni internazionali, che si occupano di Diritto Internazionale Umanitario (DIU), a rivedere diversi articoli:
la Regola 53, che vieta specificamente l'uso della fame dei civili come metodo di guerra;
la Regola 54 che richiede la protezione degli oggetti indispensabili alla sopravvivenza, inclusi cibo e acqua;
la Regola 55 che impone l'obbligo di consentire e facilitare il passaggio rapido e senza ostacoli degli aiuti umanitari essenziali.
E va da sé che verrà più agevole modificare queste tre regoline piuttosto che contrariare Bibi. Vista la tendenza dei nuovi padroni del pianeta, si farà prima a cambiare i trattati ormai obsoleti. In questo modo si eviterà anche un po' di imbarazzo alla Comunità internazionale. E sì, perché non è un bel vedere esporre nazioni come l'Italia, a dover fischiettare se i radar aerei segnalano il passaggio nei propri cieli di un velivolo con a bordo il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, su cui pende un mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale; accusato di Crimini di Guerra e Crimini contro l'Umanità commessi a Gaza a partire dall'8 ottobre 2023. E poco conta se l'Italia ha ratificato lo Statuto di Roma e, di conseguenza, il mandato d'arresto è legalmente valido, vincolante ed esecutivo.
In poche parole, tutte ste camurrie rischiano di mettere in difficoltà il governo italiano, e come se non bastasse ora pure 'sta flottiglia di attivisti fastidiosi come le zecche. Forse si sta chiedendo troppo a una donna, madre, cristiana... che tutte le mattine si deve alzare presto per farsi stirare i capelli e tenere a bada gli alleati che abbaiano alla sua porta.
Ho scritto e cancellato più volte questo articolo, non riuscivo a contenere il disgusto e la rabbia parlandone in maniera seria e ben documentata, ho scelto un registro diverso per concludere che, in fondo, l'Occidente non ha solo voltato le spalle alle vittime: ha steso un tappeto rosso al carnefice.
Benvenuti nell'era in cui la giustizia è morta di fame per complicità.
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