«Non posso più lavorare, non ho la pensione e per lo Stato non sono invalido». È la voce amara di Mario Grasso, 52 anni, _l’uomo diabetico salvato venerdì sera in via Penelope a Trapani da Giuseppe Basile, che lo ha trovato privo di sensi nella sua auto e ha allertato i soccorsi.
«Se sono vivo è solo grazie a lui, il mio angelo custode», ha detto Grasso. L’uomo era finito in coma glicemico, con in mano una caramella nel tentativo disperato di reagire al malore. «I medici della commissione dell’Inps scrivono che basta una zolletta di zucchero per rimettersi – racconta – ma non è così: io rischio la vita ogni volta».
Grasso è un ex autista di scuolabus. Nel 2020 l’Inps gli aveva riconosciuto un’invalidità del 65% e un piccolo sussidio. Tre anni dopo, però, la commissione lo ha revocato. Da allora, pur non potendo più guidare né svolgere lavori pesanti, è rimasto senza pensione e senza reddito. «Negli ultimi tre mesi ho avuto sei episodi gravi come quello di venerdì. Non so come andare avanti, ma lo Stato continua a dire che non sono invalido».
Intanto Giuseppe Basile, che quella sera non si è voltato dall’altra parte e ha salvato una vita, è stato accolto a Palazzo D’Alì. Il sindaco Giacomo Tranchida gli ha consegnato un gagliardetto della Città di Trapani, esprimendo gratitudine per «un gesto di grande umanità e senso civico».
Ecco la lettera integrale di Mario Grasso:
«Se sono ancora vivo e oggi sto meglio devo ringraziare il coraggio e la sensibilità di Giuseppe Basile che mi ha soccorso. Mentre stavo rincasando il dispositivo per il monitoraggio del glucosio aveva segnalato un calo glicemico, così mi sono fermato per mangiare della cioccolata. La crisi sembrava rientrata, almeno per il dispositivo, e sono ripartito ma pochi metri dopo ho perso conoscenza. Fortunatamente ho avuto la prontezza di accostare la macchina, poi non ricordo nulla. Giuseppe ha allertato la Polizia e ha rotto il finestrino per sincerarsi delle mie condizioni. I Vigili del Fuoco mi hanno tirato fuori e sono stato portato al pronto soccorso, dove i sanitari mi hanno rianimato. Sono diabetico da anni, ma nell’ultimo periodo le mie condizioni si sono aggravate. Nel 2020 l’Inps mi aveva riconosciuto invalido al 65% con un piccolo sussidio. Nel 2023 però la commissione ha revocato tutto scrivendo che l’ipoglicemia non insorge bruscamente e che basta una zolletta di zucchero per superare la crisi. Ma non è così: solo negli ultimi tre mesi ho avuto sei episodi analoghi a quello di venerdì. Oggi non posso più lavorare, non ho la pensione e lo Stato mi considera non invalido, ma io rischio la vita ogni volta. Ciononostante sono felice di essere vivo».