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06/11/2025 06:00:00

Inchiesta appalti siciliani:  la rete di potere tra sanità e politica

 L'inchiesta della Procura di Palermo sugli appalti truccati in Sicilia si arricchisce di nuovi, inquietanti dettagli, delineando un quadro complesso di interconnessioni tra politica, burocrazia e interessi privati nel cruciale settore della sanità regionale. 

Al centro dell'indagine, che ha portato alla richiesta di arresti domiciliari per 18 persone, si ergono figure di primo piano come l'ex presidente della Regione Totò Cuffaro e l'ex ministro Saverio Romano, ma emergono ora anche figure insospettabili e meccanismi di "spartizione" delle posizioni di potere.

 

La Talpa in Divisa e le Rivelazioni Coperte

Tra i nuovi indagati, spicca la figura di Stefano Palminteri, tenente colonnello dei Carabinieri, in servizio alla Legione come capo sezione operazioni e informazioni. Palminteri è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio: avrebbe allertato Totò Cuffaro e Carmelo Pace, capogruppo DC all’Ars, sull'esistenza di indagini che potevano riguardarli. Un ruolo di "talpa" che getta un'ombra preoccupante sull'integrità delle forze dell'ordine e sulla permeabilità del sistema investigativo.

 

 

A fare da tramite tra l'ufficiale e l'ex governatore sarebbe stato l'avvocato Claudio Gallina Di Lorenzo, legale di Cuffaro. Le intercettazioni rivelano la circospezione di Cuffaro nel capire il motivo di un incontro richiesto dal militare, ipotizzando che si trattasse di "qualcosa di importante". L'incontro sarebbe poi avvenuto e, in cambio delle preziose informazioni, il militare avrebbe cercato un "incarico per la moglie" nel settore del microcredito, come lo stesso Cuffaro, intercettato, riferisce. Palminteri avrebbe anche consigliato a Pace di "fare attenzione all'uso del telefono" e ai "problemi che sarebbero potuti sorgere a causa delle persone di cui si circondava".

Non solo il militare: le accuse di rivelazione di segreto d'ufficio sono state mosse anche a Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del dipartimento della Famiglia e delle Politiche Sociali, la quale avrebbe fornito informazioni riservate a Cuffaro e a Vito Raso, storico segretario dell'ex presidente.

 

La "Gestione Strategica" della Sanità: Le Nomine Come Moneta di Scambio

Il cuore pulsante dell'inchiesta, tuttavia, sembra risiedere nella presunta influenza e ingerenza nella gestione strategica delle nomine ai vertici della sanità regionale. "Noi abbiamo Enna, Palermo e Siracusa", affermava Cuffaro in un'intercettazione, riferendosi ai posti di vertice delle ASP. Parole che, secondo i pm, dimostrano l'ampiezza del suo presunto controllo.

I magistrati descrivono un "alacre impegno dell'ex presidente della Regione nella questione della nomina dei dirigenti della sanità", spiegando che la motivazione è da ricercarsi nell'enorme quantità di risorse economiche che circolano in questo settore, la cui regolamentazione e gestione ricadono sotto la competenza regionale. Il presunto "progetto" dell'ex governatore sarebbe stato quello di accaparrarsi un terzo delle posizioni di vertice delle ASP in quelle tre province.

L'estate del 2023 è descritta come un periodo di "febbrile intermediazione" tra la politica e la dirigenza sanitaria, finalizzata a collocare ai vertici delle ASP dirigenti "sponsorizzati" da questa o quella fazione politica. L'obiettivo? "Fidelizzare un dirigente [...] voleva dire, a cascata, acquisire credito per incidere sulla nomina dei direttori amministrativo e sanitario e, consequenzialmente, per ingerirsi nella gestione amministrativa della struttura sanitaria".

Cuffaro, pur avendo pubblicamente smentito ingerenze e auspicato un sistema di sorteggio per le nomine (dopo le polemiche sollevate dal deputato Carmelo Pace), nelle conversazioni intercettate appare come il primo a non credere a tale meccanismo. "Io lavoro per te, a parte il sorteggio, non ti preoccupare, sto lavorando io!", rassicurava Roberto Colletti, manager della sanità, sul suo appoggio per la conferma al vertice dell'azienda sanitaria Civico di Palermo. L'impegno di Cuffaro, scrivono i pm, era finalizzato "all’ottenimento di un controllo sull’azienda ospedaliera, che gli consentisse di agire, all’interno di essa, per raggiungere interessi privati, funzionali ad alimentare il partito politico di cui è segretario, secondo un metodo oramai collaudato".

 

 

I Protagonisti e Le Loro Storie

Tra i 18 indagati spiccano figure di peso:

  • Roberto Colletti: 66 anni, ex direttore generale dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo, avvocato e revisore contabile. Si è dimesso a gennaio dopo uno scontro con il governatore Schifani. Insieme ad Antonio Iacono, avrebbe turbato un concorso per 15 posti di operatore socio-sanitario, con Iacono (direttore del Trauma center e coordinatore scientifico della commissione regionale) in un ruolo centrale.
  • Vito Raso: 62 anni, storico segretario di Cuffaro e oggi collaboratore dell’assessore regionale Nuccia Albano. Considerato un influente mediatore democristiano, avrebbe fatto da intermediario per concorsi e appalti in cambio di appoggi politici.
  • Antonio Abbonato: 53 anni, ex consigliere di circoscrizione dell’Udc a Palermo, attivo nella politica cittadina e nella mediazione tra istituzioni e cittadini.
  • Sergio Mazzola: 61 anni, imprenditore di Belmonte Mezzagno e amministratore della Euroservice (pulizia e forniture per strutture sanitarie).
  • Alessandro Vetro: 45 anni, di Favara, imprenditore e rappresentante della S.M. Costruzioni, già al centro di un'inchiesta ad Agrigento.
  • Ferdinando Aiello: 53 anni, ex deputato nazionale e oggi consulente della società Dussmann.

 

Le Date Degli Interrogatori e la commissione antimafia

La gip Carmen Salustro ha già fissato le date degli interrogatori preventivi: dall'11 al 14 novembre, i 18 indagati compariranno davanti al giudice che dovrà decidere sulle richieste di arresti domiciliari. Tra gli ultimi a essere sentiti, il 14 novembre, ci saranno Cuffaro, Pace, Raso e Romano.

Intanto, il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, ha annunciato l'avvio di un'indagine non appena riceverà gli atti. Le sue parole dipingono un quadro desolante della Regione Siciliana: "oggi è un luogo di intermediazione, con episodi ripetuti di corruzione anche di poche migliaia di euro: è questo l’elemento caratterizzante dell’attuale stagione politica. A ciò si aggiunge che la pratica clientelare è il tratto distintivo di ogni attività amministrativa e di governo". Cracolici ha avvertito che "le indagini fin qui emerse evidenziano solo un parziale spaccato di un sistema che purtroppo è molto più pervasivo e diffuso".

L'inchiesta, dunque, promette ulteriori sviluppi, scoperchiando un vaso di Pandora che rischia di rivelare una profonda crisi etica e di legalità all'interno delle istituzioni siciliane.