Nuovo capitolo nell’inchiesta sugli appalti sanitari pilotati in Sicilia. La Procura di Palermo ha depositato una nuova richiesta di misura cautelare nei confronti di Antonino Maria (Ninni) Sciacchitano e di altri indagati, chiamati a comparire nuovamente davanti al giudice per le indagini preliminari.
Sciacchitano, commercialista ed ex manager sanitario, era già agli arresti domiciliari dallo scorso giugno, dopo che gli inquirenti avevano scoperchiato un presunto sistema di gare truccate e nomine pilotate all’interno del sistema sanitario regionale.
Al centro delle indagini, coordinate dal procuratore Maurizio De Lucia, una rete di relazioni tra dirigenti, funzionari e imprenditori che avrebbe condizionato appalti milionari e scelte gestionali in enti pubblici.
Secondo la ricostruzione della Procura, Sciacchitano – già presidente dell’Organismo di valutazione dell’Asp di Trapani e membro del collegio sindacale del Civico di Palermo – avrebbe svolto un ruolo di regia, utilizzando legami e conoscenze politiche per orientare gare e incarichi.
Tra le intercettazioni agli atti dell’inchiesta, spicca una conversazione in cui l’ex manager fa riferimento a una somma di 10 o 20 mila euro da destinare alla “famiglia Cuffaro” come segno di “ringraziamento per l’impegno profuso” e in vista di “un possibile successo elettorale alle prossime regionali”.
La gara simbolo dell’indagine riguarda la fornitura di apparecchiature elettromedicali bandita dall’Asp di Trapani, per un valore di oltre 14 milioni di euro. L’appalto fu assegnato alla società Polygon – Tecnologie Sanitarie, nonostante l’offerta fosse stata considerata “anomala”. Le intercettazioni evidenziano presunti contatti tra Sciacchitano, l’imprenditore Giovanni Cino e membri della commissione di gara – in particolare Mario Marchese – per orientare l’esito della procedura.
Le indagini si sono poi allargate anche al sistema delle nomine negli enti sanitari: in un’altra intercettazione, Sciacchitano afferma di avere “il comando al Policlinico”, vantando il controllo di figure chiave all’interno della struttura.
Il nome di Sciacchitano, considerato vicino al presidente della Regione Renato Schifani, torna dunque al centro del dibattito politico e giudiziario. Dopo mesi ai domiciliari e l’interdizione dai pubblici uffici – misura che sarebbe scaduta a breve – l’ex manager dovrà adesso rispondere di nuove accuse di turbativa d’asta e corruzione.