Totò Cuffaro, insulti, fughe e la Dc che si sbriciola
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Chi è davvero Totò Cuffaro, quello delle dichiarazioni in pubblico o quello delle intercettazioni? Gli scivoloni sono tanti e gli epiteti rivolti alla deputata regionale di Forza Italia, Margherita La Rocca Ruvolo, sono non solo sessisti ma anche denigratori.
Ruvolo, due anni fa, fece delle affermazioni proprio sulle nomine in sanità: disse chiaro che non potevano essere decise in qualche «retrobottega». Cuffaro l’ha etichettata come “cretina”. Con Roberto Colletti, ex direttore generale dell’ospedale Villa Sofia-Cervello, i toni peggiorano: “Questa troia della Ruvolo dice che io faccio… una troia!”. Cuffaro poi si riferisce al marito della deputata, medico in pensione, che avrebbe ottenuto delle nomine: “Suo marito l’ha nominato dappertutto e rompe la minchia a me!… lasciamo perdere, và!”.
Ruvolo ha replicato non appena la storia è venuta fuori: “Respingo con forza i toni e la terminologia utilizzata nei miei confronti in più contesti svelati dall’inchiesta, che mostrano un atteggiamento maschilista e arrogante, con un linguaggio inaccettabile nei confronti di una donna che svolge il proprio ruolo istituzionale con impegno e dedizione. Come sempre, quando si deve attaccare una donna, l’insulto sessista diventa normale, quasi un intercalare a cui purtroppo non si dà più peso perché siamo abituati a queste volgarità da postribolo.
Insulti che non possono essere declinati al maschile, usati da chi, evidentemente, non è capace di confrontarsi sui contenuti e pensa che dando a una donna certi appellativi possa svilirla nella sua dignità – aggiunge la deputata –. La politica, né in pubblico né in privato, può e deve tollerare simili toni, che nulla hanno a che vedere con il confronto democratico.
Trovo inoltre grave e fuori luogo – prosegue – il riferimento a mio marito, un medico serio e affermato con oltre quarant’anni di esperienza, che non ha bisogno né ha mai cercato incarichi, e che ha sempre lavorato per la sanità pubblica, sicuramente in modo diverso da come facevano i protagonisti di questa indagine che, al di là dell’iter giudiziario che farà il suo corso nel rispetto del lavoro degli inquirenti e del diritto alla presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, mostra un quadro di interessi opaco, una lobby affaristica che aveva smarrito il senso, o forse non lo aveva mai trovato, dell’interesse pubblico, soprattutto in ambito sanitario.”
E conclude: “Nonostante gli attacchi che mi sono arrivati da esponenti della Dc in più occasioni, sia pubbliche che private, rassicuro tutti che continuerò a svolgere il mio lavoro con la stessa linearità, trasparenza e determinazione di sempre, convinta che la politica debba essere luogo di idee, competenza e rispetto reciproco, non di insinuazioni, attacchi e offese personali.”

La denuncia
La deputata forzista ha poi detto di essere stata isolata per avere denudato il sistema delle nomine nei “circoletti ristretti”. E ha pure aggiunto che “anche negli enti locali funzionava così. Avevano 4 milioni per erogare fondi ai sindaci che organizzano feste ed eventi, ma a vincere erano sempre i primi cittadini loro amici”.
Per la parlamentare azzurra “l’assessorato alla Famiglia e quello agli Enti Locali erano due feudi. E quello che ha fatto la Dc lì è sotto gli occhi di tutti”.
Fuggi fuggi
Cosa resterà della Dc? Poco o nulla. A Marsala Pino Ferrantelli ha dichiarato di non essere tesserato e di essere presente in giunta comunale, con un suo rappresentante, solo a titolo personale. Peraltro, c’è già una sospensione dal partito in atto per Gaspare Di Girolamo, ma anche lui entrò in giunta non come Dc, ma a titolo personale.
Sono tutti, adesso, a specificare “a titolo personale” e quindi a prendere le distanze. Molto più chiaro è Ferrantelli, che ha sottolineato che, se Cuffaro dovesse finire ai domiciliari, il partito crollerebbe e non esisterebbe più nulla.
A prendere le distanze, a Mazara del Vallo, è Aleandro Gilante, che ha già detto addio al gruppo consiliare. Vita Ippolito, che si occupava per il partito nazionale di legalità, domenica si è dimessa dalla carica nazionale; oggi, in consiglio, uscirà pure dal gruppo.
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