Il nuovo PUG di Marsala, considerato l’atto destinato a ridisegnare la città per i prossimi decenni, riceve una bocciatura netta da parte degli Ordini professionali degli Ingegneri e dei Geometri della provincia di Trapani. Le due relazioni descrivono un documento preliminare “astratto, incompleto, cartograficamente inadeguato e privo di una strategia urbana”. Un giudizio severo che crea un solco evidente tra l’amministrazione Grillo, impegnata nell'ultimo anno e mezzo ad annunciare la vicina adozione del piano, e la comunità tecnica chiamata a leggerlo, interpretarlo e, un domani, applicarlo.
Una distanza che emerge proprio mentre Marsala attende da troppo tempo l’aggiornamento di uno strumento urbanistico rimasto ancorato agli anni Settanta, in una città che nel frattempo è completamente mutata nella struttura, nei bisogni, nella vocazione turistica, nell’estensione della “città-territorio”.
Un piano atteso da decenni: forum pubblici, promesse e aspettative
Dal dicembre 2023 al novembre 2024 l’amministrazione comunale ha tenuto cinque incontri pubblici sul futuro PUG: appuntamenti presentati come momenti di ascolto, dai temi che vanno dall’identità urbana all’innovazione, dalle infrastrutture alla resilienza ambientale.
In parallelo, a luglio 2024, il sindaco Massimo Grillo, l’assessore Giacomo Tumbarello e il dirigente Pier Benedetto Mezzapelle, che ha redatto il piano, hanno scandito un cronoprogramma, già superato, visto che la definizione del documento preliminare doveva essere entro fine 2024, trasmissione al Consiglio comunale entro l’estate 2025 e, contestualmente, avanzamento dei piani connessi — dal demanio marittimo alla preriserva, fino al delicatissimo Piano di utilizzo della Riserva dello Stagnone. Un’operazione presentata come “storica”, con l’idea di portare Marsala oltre il vecchio Piano Comprensoriale. Ma la lettura dei tecnici racconta tutt’altra storia.
Le osservazioni dei Geometri: "Documento accademico, senza un modello di città"
Il Collegio dei Geometri analizza il documento preliminare partendo da un giudizio metodologico drastico. La relazione si apre infatti segnalando come il PUG “si apra con una lunga riflessione sulla città come organismo complesso”, una premessa che però — osservano — rimane confinata in un registro teorico, quasi “accademico”, senza trasformarsi in indirizzi concreti. Secondo i professionisti, manca quel passaggio necessario dalla visione alla verificabilità: “non emergono obiettivi misurabili”, non si individuano parametri, indicatori, criteri operativi.
Un problema che si lega alla seconda grande critica: l’assenza di un quadro interpretativo della città contemporanea. Il PUG raccoglie molte analisi, ma — sottolineano — non le organizza in una sintesi capace di restituire la fotografia dell’oggi: le polarità, le pressioni urbanistiche, le criticità, le trasformazioni in corso.
Senza questa lettura, dicono i geometri, “non si capisce quale modello urbano si intenda perseguire”.
A pesare è anche la mancanza di allineamento con la L.R. 19/2020, che impone la distinzione tra la parte strutturale e quella operativa del PUG. I Geometri evidenziano che questa separazione “non è applicata”, con il rischio di ricadere in un piano rigido come il vecchio PRG, e non in uno strumento capace di adattarsi.
Particolarmente dura è la parte dedicata alla cartografia. Il Collegio parla di tavole “carenti nell’impaginazione”, con retini “molto simili nella tonalità”, basi non aggiornate, mancanza di tratti di territorio in alcune tavole e difficoltà di lettura dovute anche all’assenza della digitalizzazione e dell’integrazione con il SITR regionale.
A ciò si aggiunge una lunga serie di lacune operative: mancano indici e norme per le zone A, B e C; non sono definite le aree agricole; non è descritta la disciplina per le zone turistiche, ricettive e per gli impianti sportivi; non esiste una perimetrazione dei centri abitati; non sono previste infrastrutture di connessione tra le varie parti della città-territorio; mancano perfino le Norme Tecniche di Attuazione, gli strumenti indispensabili per interpretare il PUG.
Il Collegio chiude la propria relazione definendo il documento “ampio e culturalmente denso, ma non ancora dotato della struttura tecnico-operativa necessaria”, invitando l’amministrazione a una revisione profonda prima di procedere oltre.
Le osservazioni degli Ingegneri: "Nessuna scelta strategica, cartografia errata, mobilità ignorata"
La relazione dell’Ordine degli Ingegneri si spinge ancora più in là, parlando esplicitamente di un documento “senza alcuna strategia di sviluppo del territorio”. E la premessa è eloquente: gli ingegneri osservano che il Documento Preliminare, pur essendo formalmente un “abbozzo progettuale”, dovrebbe comunque indicare almeno un
orientamento; invece, scrivono, “nessuna scelta sembra trasparire nel documento”.
Il primo grande nodo è quindi la totale assenza di scelte urbane, che rende il testo “un insieme di analisi propedeutiche”, vaste ma non trasformate in un disegno complessivo. Per gli Ingegneri, ciò pone un problema sostanziale: come esprimere un parere su un piano che, di fatto, non chiarisce quale futuro intenda proporre?
La seconda area critica riguarda la cartografia: qui il giudizio è severo. Le tavole vengono definite “datate, illeggibili, non aderenti alla realtà”. Mancano intere porzioni della città costruite negli ultimi vent’anni; non compaiono infrastrutture esistenti da tempo, come il lungomare Salinella; e non sono presenti elementi fondamentali come la carta dei vincoli (idrogeologici, paesaggistici, ambientali, PAI).
Gli errori sono talmente numerosi da portarli a dire che la fase di analisi “è di fatto inficiata”.
Anche la parte dedicata alla rigenerazione urbana è ritenuta incompleta: il PUG individua sedici ambiti, ma gli Ingegneri sottolineano come il territorio marsalese presenti “numerose altre aree produttive dismesse” che richiederebbero interventi prioritari. Inoltre segnalano che le schede prodotte dal Comune sono troppo dettagliate, al punto da rischiare di ostacolare le iniziative private, soprattutto in un contesto — come ricordano — dove i Piani Attuativi richiedono ingenti investimenti preliminari (demolizioni, bonifiche, urbanizzazioni).
Il capitolo più critico è però quello della mobilità, tema centrale quando si parla di una città estesa come Marsala. Qui l’Ordine evidenzia una “trattazione insufficiente”, confinata a mappe di scarsa qualità, incapaci di mostrare cosa si intenda fare. Mancano proposte sulla rete principale, sui collegamenti con i comuni vicini, sulle direttrici tra le contrade e il centro. Non compare il progetto dell’ANAS per completare lo scorrimento veloce verso Mazara, né un disegno di mobilità per la zona dello Stagnone, oggi congestionata.
È assente anche una soluzione per l’attraversamento ferroviario della zona sud, che da anni taglia in due un’ampia porzione di città.
Per gli Ingegneri la definizione del PUG “richiederà parecchi anni”, se il lavoro non verrà completamente riorganizzato. Una frase che fotografa la distanza siderale con le previsioni dell’amministrazione.
PUG a rischio di allungarsi per anni
Il nuovo PUG Marsala dovrebbe nascere per superare il vecchio impianto degli anni ’70, restituendo alla città un progetto moderno e sostenibile. Ma le osservazioni degli Ordini raccontano un’altra verità: il documento preliminare non avrebbe ancora la struttura per diventare un piano operativo, né la capacità di guidare la trasformazione urbana.
Da un lato c’è la città di Marsala che attende pianificazione, infrastrutture, mobilità moderna, tutela dello Stagnone, riqualificazione delle aree degradate. Dall’altro, un documento preliminare che — secondo ingegneri e geometri — deve essere profondamente riscritto. Il PUG è dunque a un bivio. Le promesse politiche lo spingono verso un’approvazione rapida. I tecnici, invece, avvertono che il lavoro potrebbe richiedere “anni e nuove amministrazioni”. Marsala, intanto, aspetta ancora il suo piano urbanistico.
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