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25/11/2025 06:00:00

Trapani Shark, la vittoria del cuore in un clima sempre più pesante

Una vittoria tormentata, quella di Trapani sulla Reggiana che va ben oltre il risultato ottenuto sul parquet.
La standing ovation riservata a Jasmin Repesa celebra, in modo inequivocabile, la caratura — prima ancora che tecnica — morale di un personaggio che, sceso a Trapani con un cursus honorum ragguardevole, è riuscito ad estenderlo e a penetrarlo anche nell’immaginario collettivo.
Rappresenta ormai un punto di riferimento inalienabile per un intero popolo sportivo. Va oltre il semplice insegnamento del guru, poiché si assume responsabilità non dovute al ruolo che riveste: la crescita e la sopravvivenza di un movimento cestistico che non ha eguali nel panorama nazionale.

Il popolo del basket, in una sorta di idem sentire e di simbiosi, ne condivide ogni sospiro, come quello emanato a caldo dopo la vittoria contro Reggio:
«Quando si pensano altre cose, non solo lavoro, non ho parole per spiegare tutto questo».
Le parole, in realtà, le avrebbe eccome. Magari le ha già espresse con tono irruento al patron-interfaccia.

Non credo occorra aggiungere altro a un messaggio che di sibillino non ha più nulla, ma che mette il dito su una situazione societaria che vive in ambasce dopo un altro deferimento, cui potrebbero seguire ulteriori provvedimenti punitivi.

In conferenza post-gara con Reggio Emilia, il “Buster” Repesa è apparso ancor più esplicito:
«Tutti viviamo un periodo in cui si parla di mille cose. Onestamente ogni persona normale soffre per tutti questi rumors. Io posso solo controllare l’aspetto sportivo, ma è importante uscirne tutti insieme».
È fin troppo chiara l’allusione alle problematiche societarie, che si ripercuotono anche su aspetti extra-sportivi.

Il punto di penalizzazione per violazioni amministrative relative al mancato pagamento di stipendi e contributi, non fa certo dormire sonni tranquilli al Pianeta-Basket. È noto che calcio e basket vivono in simbiosi, legati a un’unica società, la Sport Invest, che fa capo a un solo proprietario: Valerio Antonini.
 

E se i rumors prima erano come la calunnia dell’aria del Barbiere di Siviglia — un semplice “venticello, un’auretta assai gentile” — ora stanno montando paurosamente e rischiano di schiantarsi sul tessuto connettivo delle strutture sportive, “come un colpo di cannone”.

L’augurio dell’intera comunità è che l’uragano in arrivo possa essere declassato a semplice vento, seppur impetuoso.

Al momento va registrato che la governance non è stata all’altezza dei risultati sportivi: la penalizzazione relega la squadra al quinto posto e non in testa alla classifica, come meriterebbe lo Shark.

È dunque più che opportuno che l’attuale classe dirigente della pallacanestro esca dall’impasse dei rumors che stanno vistosamente montando e propagandosi.
Serve una conferenza stampa ad hoc, che chiarisca con onestà intellettuale la reale situazione finanziaria della Sport Invest.

I rumors, cui faceva cenno Repesa, riguardano in larga misura alcuni giocatori che, pur incensati dai risultati sportivi e da un ruolo di leadership inequivocabile, mostrano vistosi segni di insofferenza: atteggiamenti che non avrebbero motivo di esistere con una situazione sportiva di 8 vittorie e una sola sconfitta.

Che cosa, allora, genera questo clima riottoso che serpeggia da tempo e vede il coach fungere da spugna, ammortizzatore e intermediario con la società?

 

Il Sorcio Verde