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04/06/2023 12:00:00

Le amministrative e la sinistra, il Partito Democratico e il gruppo d'elite

 Se i progressisti vogliono governare. Non si pensa alla sinistra italiana, poiché il PD, opinione strettamente personale non lo è, lo conferma la sua storia che dopo la fusione a freddo tra gli ex della balena bianca e i colleghi di botteghe Oscure alla guida del partito si sono alternati alla pari, la prevalenza come presidente del consiglio è stata totalmente degli ex democristiani che hanno occupato la scena con Letta, Renzi e Gentiloni.

Dopo la deblace delle politiche del settembre scorso è stata eletta la Schlein che si è confrontata con il primo banco di prova dell'elezioni amministrative del 2023 in 18 comuni capoluoghi di provincia, uno anche di regione Ancona.Ebbene la luna di miele tra il governo di destra-centro continua, lo conferma l'affermazione in 12 città, una Terni ha voluto come primo cittadino il pirotecnico Stefano Bandecchi di AP fondata dal 'desaparecidos' Alfano. Cinque al centrosinistra, 3 indipendenti, solo due espressione del PD.

Uno eletto a Vicenza aveva chiesto agli esponenti di non recarsi in città, compresa la neosegreteria, dando attenzione ai bisogni dei giovani e degli ultimi. L'altro è un volto noto della provincia trapanese, è Giacomo Tranchida sostenuto anche da Mimmo Turano deputato regionale in quota Lega, ma questa è un'altra storia.

Il Pd è indubbiamente considerato il partito di maggioranza dell'area, che dovrà avvalersi obtorto collo del M5S, infine l'ala radicale che è rappresentata da Fratoianni, Civati e De Magistris. La sinossi di queste anime potrebbe essere anche un elemento del pensiero Gramsciano, l'egemonia culturale che aiuti ad emancipare gli strati più deboli della società. Ne possono fare parte tutti gli uomini perché essi sono intellettuali in quanto operano nella realtà secondo modi d'intendere e di volere, secondo una filosofia e un'etica spontanea, e contribuiscono a modificare visioni del mondo e modi di pensare.

Un gruppo o élite formato da individui di diversa classe sociale, accomunati da una cultura o un’istruzione superiore i quali godono della pubblica stima e sono considerati depositari di valori culturali universali che trascendono gli interessi particolari e i pregiudizi partigiani. Un percorso non semplice, ma potrebbe generare un ceto di progressisti con un appeal credibile.

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-12-08 13:00:00
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