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02/09/2023 06:00:00

Il caso Bucaria / 5: 50mila euro per la campagna elettorale, e non solo

 Le pulsioni sessuali. Gira che ti rigira, nei fatti di cronaca nera che accadono in provincia di Trapani, te le ritrovi sempre, ad un certo punto, evocate, sussurrate, se non dichiarate. Uno che ha visto, uno che ha detto, uno che ha saputo. Accade anche nella vicenda che stiamo raccontando in questi giorni su Tp24. Siamo giunti alla puntata conclusiva della lunga storia: il tentato omicidio di un uomo, Domenico Cuntuliano, attirato in un agguato da un uomo vicino alla mafia, Gaspare Gervasi, che viene arrestato. Salvo scoprire, anni dopo, che Gervasi era stato incaricato dal noto imprenditore antiracket di Trapani, Matteo Bucaria, di uccidere il cognato, perchè aveva disperato bisogno dei suoi soldi. 

Il sesso, dicevamo. Quando c'è da "mascariare", da confondere, intorbidire le acque, il sesso torna sempre. Se omosessuale, ancora meglio. 

E così la sorella di Matteo, l'avvocato e politico Katia Bucaria, ascoltata in udienza getta l’amo, e racconta di aver visto Cuntuliano e Gervasi uscire una sera insieme da una cava, prima del fattaccio. I giudici non le crederanno. Katia Bucaria aggiunge anche che quando è intervenuta subito dopo il tentato omicidio, Cuntuliano le ha detto che l’aggressore era “Carcarazzu”, e poi, in ospedale, che il movente stava nel rifiuto di affittare a Gervasi un locale per aprire un centro scommesse.

Perché Katia Bucaria parla di questo “incontro serale”? Per smentire la versione dei due uomini che hanno negato di aver mai avuto alcun rapporto di amicizia o altro. Il Tribunale non le crede, così come non crede al movente del centro scommesse. I Bucaria hanno sempre insinuato l’idea di un “rapporto intimo” tra i due. Ma non ci sono stati mai riscontri.

Un detenuto, Giuseppe Fazio, compagno di cella di Gervasi, dichiara di aver saputo in carcere di una relazione tra Gervasi e Cuntuliano. La sua testimonianza viene ritenuta dal tribunale “inverosimile”. Che coincidenza, lo stesso Fazio poi si ritrova in carcere, a Trapani, con Bucaria, e gli confida quello che Gervasi gli ha detto. Ma per i giudici non è emersa in alcun modo l'esistenza di una relazione sentimentale tra il Gervasi ed il Cuntuliano.

Più interessante, invece, è la conferma che Katia Bucaria fa di essere stata aiutata nel 2012 da Gervasi, in campagna elettorale, nonostante la sua vicinanza alla mafia, tanto da aver ingaggiato la figlia nel comitato elettorale.

E Bucaria? Matteo Bucaria che dice? Ascoltato in udienza, l’imputato Matteo Bucaria conferma che lui e Gasapre Gervasi hanno falsificato per anni gli appalti pubblici, grazie al ruolo di Gervasi come addetto alla distribuzione dell’acqua per conto del Comune di Trapani. Su questi fatti, tra l’altro, Bucaria non è stato mai processato (nè Gervasi …), ma le indagini sono state archiviate “tenuto conto della collaborazione di Bucaria con l’autorità giudiziaria e delle dichiarazioni da lui rese nei confronti di esponenti delle cosche locali, come Coppola e Virga”. Una sorta di salvacondotto, frutto di una piccola trattativa Stato - Bucaria: se parli e collabori, chiudiamo un occhio su alcune cosette. 

Bucaria si dichiara vittima di calunnia da parte di Gervasi, e vede anche un regista: Francesco Pellegrino, che ha astio nei suoi confronti sempre per l’affare andato a male per il ristorante "I bastioni". Dice che anche la lettera inviata dal carcere è uno stratagemma architettato da Gervasi per incastrarlo. E, aggiunge Bucaria: "verosimilmente in accordo con appartenenti alla Squadra Mobile di Trapani”.

E allora perché Gervasi, dal carcere, chiedeva soldi a Bucaria, dicendo anche ai familiari di rivolgersi a lui? Perché, dice l’imputato, in occasione della campagna elettorale della sorella Katia, per le amministrative di Trapani del 2012, la figlia di Gervasi era stata “assunta” al comitato elettorale, e si era stabilito di pagare ben 50mila euro Gervasi “per l’acquisto di voti”. Ma Katia non viene eletta, e Matteo Bucaria dà a Gervasi solo 30mila euro dei 50 pattuiti. Ecco perché poi Gervasi continuava a chiedere dal carcere il pagamento delle somme concordate. Non per l’omicidio del cognato, ma per una più banale compravendita politico - mafiosa di voti.
A proposito, Katia Bucaria è stata candidata anche nel 2023, con la lista degli autonomisti di Cateno De Luca, in coalizione con i Cinque Stelle per la corsa a Sindaco di Francesco Brillante.

Tornando a Matteo Bucaria, si difende anche dicendo che aveva espressa delega ad operare sul conto corrente da parte di Cuntuliano, ed il cognato era consapevole. Il vero movente per cui Gervasi gli spara è per il fatto che Cutuliano non gli aveva affittato quel locale per aprire un centro scommesse. Poi, Bucaria, “mascaria” e tira in ballo una presunta omosessualità del cognato e a possibili relazioni tra lui e Gervasi o il figlio. Ripetiamo: dispiace sempre che, in molti processi, si tiri fuori questa faccenda della presunta omosessualità. Sembra di essere nell'ottocento. Nella sentenza il Tribunale è molto chiaro: “A prescindere dalle tendenze sessuali della persona offesa, che non possono assumere alcun rilievo, risulta conclamato,che, al di fuori di una mera conoscenza tra residenti nella medesima contrada, non esistesse alcun rapporto tra i due (tanto meno di carattere sentimentale) che potesse giustificare il compimento di un atto criminoso così grave, come un omicidio”.
Cuntuliano e Gervasi non avevano alcun rapporto. E’ stato Bucaria a progettare l’eliminazione fisica del cognato, individuando Gervasi come sicario, sia perché erano stati complici di truffe in passato, sia perché Bucaria conosce bene la cultura mafiosa, e sa che Gervasi non l’avrebbe tradito.

Fine della storia, come è stata ricostruita nel processo, concluso da poco con la sentenza di primo grado. Un'ultima cosa. Quando viene arrestato Matteo Bucaria, nel 2020, la polizia parla di "cold case" risolto. Espressione americana, ormai in voga anche in Italia, il "cold case" è il "caso freddo", letteralmente, cioè il caso vecchio e dimenticato, che viene risolto dopo anni. Ci hanno fatto tonnellate di serie tv, sui "cold case". Solo che, appunto, per esserci la svolta, ci devono essere elementi nuovi, dichiarazioni che cambiano tutto, intuizioni investigative inedite. Certo, è facile parlare con il senno di poi, ma il caso che abbiamo raccontato non sembra affatto un "cold case". Sembrava molto già chiaro dall'inizio. E sono passati anni. 

FINE