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18/06/2025 06:00:00

Porta Garibaldi a Marsala: tra aperture "virtuali", lavori fatti male e incompiuti e frasi sbagliate

 Piazza Mameli a Marsala, meglio conosciuta dai cittadini come Porta Garibaldi, doveva rappresentare uno dei simboli della rinascita del centro storico. Ma oggi, 18 giugno 2025, si presenta ancora come un'opera incompleta che, tra lavori ancora in corso e mal eseguiti, una gestione discutibile del traffico, incidenti, errori nelle iscrizioni storiche, rischia di trasformarsi da simbolo di bellezza a monumento al pressapochismo.

Lavori infiniti, aperture "virtuali"
In prossimità delle celebrazioni della Settimana Santa – proprio nei giorni in cui si cercava di accelerare freneticamente i lavori per rendere almeno una parte della piazza presentabile – il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, pubblicava un post su Facebook dichiarando “Piazza Mameli è aperta”. L'immagine allegata mostrava Porta Garibaldi sullo sfondo, con una parte della piazza apparentemente completa e priva di transenne. Ma si trattava, di fatto, di una rappresentazione parziale della realtà. Proprio mentre il sindaco parlava di apertura, nella zona adiacente all’istituto bancario, il cantiere era ancora aperto, transennato e in piena attività. Si lavorava ancora, e si continua a lavorare anche oggi, mesi dopo quella dichiarazione pubblica. L’apertura “ufficiale”, era in realtà "virtuale", i cittadini hanno continuato a camminare tra impalcature, macchinari e materiali da cantiere: una situazione tutt’altro che sicura.

La fretta come peggior nemica della qualità

A dimostrazione che la fretta è una cattiva consigliera, basti osservare i risultati ottenuti nella fase finale dei lavori. In vista delle processioni della Settimana Santa e del Raduno dei Bersaglieri, si è lavorato in modo convulso e disordinato. Le conseguenze? Basole posate male e già rotte, una pavimentazione disomogenea, e scelte estetiche transitorie come le aiuole che sono apparse e scomparse in pochi giorni.

La caduta nel cantiere aperto

La mancanza di sicurezza era un rischio concreto. Un cittadino marsalese di 69 anni, Antonino, è caduto all’interno del cantiere mentre cercava di raggiungere il bancomat, inciampando su una tavola di legno instabile. L’uomo ha riportato escoriazioni al volto e in altre parti del corpo ed è stato trasportato al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Paolo Borsellino”. Un episodio che poteva avere conseguenze ben più gravi, e che conferma l’inadeguatezza e la pericolosità dell’apertura anticipata della piazza. 

 

Aiuole usa e getta e arredo urbano "fantasma"
Un altro aspetto paradossale riguarda le aiuole installate in fretta e furia e poi scomparse. Un "effetto cartolina" effimero, utile solo per le foto promozionali. Nei giorni a ridosso delle processioni della settimana santa si è accelerato sui lavori che in realtà per tanto tempo sono stati pure fermi, ad un certo punto sono spuntate pure le aiuole vicino al tabacchi da un lato e vicino alla banca dall'altro lato. Le foto che lo testimoniano sono state pubblicate dall’assessore Ivan Gerardi sui social tra l’8 e il 10 maggio. Le foto che invece abbiamo scattato ieri pomeriggio, mostrano una aiuola smantellata, priva di piante e palme e con i fili dell’impuianto elettrico a vista. Insomma c’è un com’era e un com’è per la piazza. Nella foto sopra con le aiuole per il Raduno dei Bersaglieri, qui sotto la foto di come è oggi. 

Un piano del traffico mai chiarito
La questione del traffico resta un altro punto critico. La piazza è pedonalizzata, il tratto della via Dei Mille che inizia da via Buscemi, continua ad essere percorso a doppio senso. Questo doveva essere provvisorio. Non c'è nessuna comunicazione ufficiale che chiarisce se sarà ripristinato il senso unico o se verrà esteso il doppio senso su tutta la via dei Mille come qualcuno proponeva. 

Le frasi storiche sbagliate
Se la pavimentazione solleva dubbi dal punto di vista tecnico, ancor più clamoroso è quanto emerso sul piano culturale. Le iscrizioni incise su alcune basole – pensate per rendere omaggio alla storia di Marsala – contengono errori filologici e storici. A denunciarlo è l’avvocato Ignazio A.E. Caruso, presidente dell’Associazione per la Storia Patria e membro della Commissione Toponomastica. Le frasi attribuite a Diodoro Siculo, Ovidio e Cluverio sono incomplete o attribuite in modo errato. Alcune citazioni derivano da fonti diverse da quelle dichiarate, altre sono modificate o tradotte male, snaturando completamente il significato originale. Il caso più eclatante riguarda una frase attribuita a Diodoro Siculo che, in realtà, è una sintesi di Tommaso Fazello del XVI secolo. Errori che non solo falsano la storia, ma ridicolizzano la città agli occhi di studiosi e visitatori.

La risposta dei progettisti: "Verificheremo"
A seguito delle polemiche, gli architetti Antonio Bua e Maxime Angileri hanno risposto alle critiche, affermando che “le criticità segnalate sono già oggetto di approfondimento” e che, se necessario, verranno effettuate le correzioni. Ma il problema resta: perché queste imprecisioni non sono state sottoposte preventivamente alla Commissione Toponomastica, come previsto dal regolamento comunale?


Quello che sta accadendo in Piazza Mameli non è solo un problema urbanistico. È il riflesso di una gestione pubblica approssimativa, di una politica del “fare in fretta” per mostrare risultati senza curarne la qualità.