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01/07/2025 06:00:00

Incendi in Sicilia, la lotta al fuoco tra innovazioni e vecchi problemi

Una nuova sala operativa regionale, squadre aggiuntive sul territorio, sensori intelligenti e sistemi di allerta sempre più precoci. La Sicilia si è attrezzata per affrontare la stagione degli incendi, ormai diventata una sfida ricorrente e complessa.

Ma le fiamme sono già arrivate. E i numeri degli ultimi giorni – insieme alle preoccupazioni dei cittadini e alle critiche delle opposizioni – raccontano un’emergenza che non aspetta, e che richiede risposte rapide, concrete e coordinate.

Da Palermo a Trapani, dai presìdi locali alle tecnologie sperimentali, ecco come l’Isola si prepara – tra buone pratiche, innovazioni e nodi ancora irrisolti – a una nuova estate di fuoco.

La nuova sala operativa: promesse in 4K
È stata inaugurata il 24 giugno la Sala Operativa Unica Regionale, un centro di coordinamento all’avanguardia nei locali di Sicilia Digitale, a Palermo, ai piedi di Monte Pellegrino. Lì confluiscono in tempo reale i dati di Corpo Forestale, Protezione Civile e Vigili del Fuoco.
Maxischermi, termocamere, 194 torrette di avvistamento, 619 punti acqua, 10 elicotteri: il cuore pulsante del piano antincendio 2025. Tutto, sulla carta, è perfetto.

Ma accanto alla tecnologia, restano i problemi strutturali. Gli operai forestali, protagonisti silenziosi della prevenzione, denunciano ritardi nelle assunzioni e mezzi obsoleti. I viali tagliafuoco – misura fondamentale per contenere i roghi – sono stati ripuliti solo da metà maggio, quando il caldo già mordeva e le prime fiamme cominciavano a salire.

Il presidente Renato Schifani ha difeso il lavoro svolto: «Abbiamo aumentato le giornate lavorative dei forestali. Il clima in Sicilia è ormai simile a quello del Nord Africa».
Una constatazione corretta. Ma proprio per questo, servirebbe un approccio meno emergenziale e più strutturale.

 

A Trapani, una delle province più colpite
 

La provincia di Trapani è tra le più colpite ogni anno dagli incendi. Solo nel 2024 si sono registrati 231 incendi, con quasi 2.000 ettari andati in fumo. Ma oggi, il territorio si candida anche a diventare un modello per tutta la Sicilia, con nuove strutture, tecnologie e un approccio integrato alla prevenzione e alla risposta.

Nonostante l’alto numero di incendi, i danni in provincia di Trapani quest’anno sono stati nettamente inferiori rispetto al passato. Lo ha spiegato Antonio Parrinello, dirigente della Protezione civile regionale: “Merito del lavoro fatto sulla prevenzione, della formazione dei volontari e dell’uso di nuove tecnologie. Le telecamere ad alta definizione, piazzate nei punti strategici, permettono di individuare e spegnere i focolai sul nascere. A queste si aggiungono sensori intelligenti che ‘annusano’ il fuoco e avvisano in tempo reale le squadre operative”. Un modello, quello sperimentato a Valderice, che è stato presentato anche agli Stati Generali della Protezione Civile.

 

 

 

 

Dal 24 giugno al 13 settembre, ogni giorno, in provincia di Trapani saranno operative quattro squadre antincendio VVF aggiuntive, dislocate tra la sede centrale di Trapani, Favignana, Custonaci e Pantelleria. Il dispositivo è coordinato da un funzionario tecnico specializzato e un operatore TAS-2, con nove DOS (Direttori delle Operazioni di Spegnimento) pronti a intervenire su scala regionale.

E proprio a Trapani nasce l’unico Polo regionale dei Direttori delle Operazioni di Spegnimento (DOS) della Sicilia. Un’infrastruttura immersiva e innovativa, pensata per formare figure chiave nella lotta agli incendi boschivi. Il polo ha sede presso l’ex aeroporto di Milo e comprende un poligono di lancio operativo dove si simulano interventi reali, con elicotteri e Canadair, testando la prontezza degli operatori.

“Il DOS è una figura fondamentale. Coordina cielo e terra, è la cerniera tra le squadre e i piloti. Senza una formazione adeguata, gli interventi possono diventare inefficaci o pericolosi”, ha dichiarato Eros Mannino, capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Il progetto, avviato nel 2022, è il risultato della collaborazione tra Vigili del Fuoco, Prefettura, Regione e Aeronautica Militare, ed è già pienamente operativo. Il passo successivo sarà trasformare il Polo in una struttura di formazione permanente, riferimento per tutta la Sicilia.

Durante le esercitazioni del 2025, i 41 operatori regionali già abilitati hanno simulato scenari complessi, ottenendo valutazioni positive anche da parte dei piloti. Il prefetto Daniela Lupo ha parlato di “un risultato costruito con metodo e sinergia, che tutela il nostro territorio e crea competenze stabili nel tempo”.

E intanto, oltre alle strutture e alla tecnologia, si lavora anche sulla prevenzione, con campagne di informazione rivolte ai cittadini. “Abbiamo distribuito due opuscoli – spiega il comandante provinciale Galfo – uno su come proteggere le abitazioni, l’altro, 'Io non rischio', con le regole basilari per affrontare l’emergenza. Perché prevenire non è uno slogan, è cultura di sicurezza”. 

Trapani, insomma, non solo reagisce al fuoco. Prova a giocare d’anticipo. E si candida a diventare una guida per tutta l’Isola.

 

 

 

 

Le nuove tecnologie: nasi artificiali e occhi digitali
A marzo, in occasione del 25° anniversario della Pubblica Assistenza SOS Valderice, la provincia ha ospitato un esperimento destinato a fare scuola: il Fire Test, esercitazione promossa dalla Protezione Civile e dalla società Borevit.

Il sistema Silvanet, sviluppato dall’azienda, integra sensori intelligenti georeferenziati (“nasi artificiali”) e telecamere termiche, capaci di rilevare fumo e calore sul nascere, permettendo un intervento tempestivo.

«Due anni fa, il Parco di Segesta è stato distrutto dalle fiamme. Un sistema così avrebbe potuto fermarle in tempo», ha dichiarato Antonio Parrinello della Protezione Civile.

Attualmente, 13 sensori sono già attivi a Erice. Il sistema consente il controllo da un’unica sala operativa, con la possibilità di integrare i dati via intelligenza artificiale per automatizzare gli allarmi.
Chiara Manca, CEO di Borevit, spiega: «La forza è nella sinergia. Le telecamere offrono una visione d’insieme, i sensori localizzano l’anomalia. Insieme, riducono costi e aumentano l’efficacia».

 

Coordinamento e prevenzione: la cabina di regia trapanese
Già a inizio giugno, la Prefettura di Trapani ha convocato una Conferenza Permanente presieduta da Daniela Lupo. Attorno al tavolo: Questura, Arma dei Carabinieri, Esercito, Vigili del Fuoco, Forestale, ANAS, ARPA, Protezione Civile, sindaci e tecnici.
Al centro: prevenzione, coordinamento, responsabilità condivisa.

Si è discusso di videosorveglianza, viabilità, gestione della movida, presidi sulle isole minori.
Ma non sono mancate le criticità: carenza di organico, zone a rischio senza controllo (come il Canneto tra Marsala e Mazara), difficoltà logistiche e regolamenti disomogenei tra i Comuni. «La squadra c’è – ha detto il Prefetto – ma deve funzionare tutta insieme».

 

 

 

Le critiche: “La sala operativa non basta”
A puntare il dito è Cristina Ciminnisi, deputata regionale del Movimento 5 Stelle: «Siamo in piena stagione di incendi e il Governo è ancora immobile. La sala operativa è una vetrina, ma a Trapani mancano dirigenti, funzionari, operai».

Nel suo intervento all’ARS, Ciminnisi denuncia l’assenza di un dirigente al Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale di Trapani da quasi due anni.
Chiede numeri certi: quanti chilometri di viali tagliafuoco sono stati realizzati? Quali aree ripulite? Le riserve sono accessibili ai mezzi?

E conclude: «Questa disorganizzazione mette a rischio vite umane. Serve una pianificazione vera, non tagli di nastri».

 

Intanto, la Sicilia brucia: 15 incendi in un solo sabato
Sabato 28 giugno è stato uno dei giorni più impegnativi per il sistema di risposta antincendio:
15 incendi in poche ore, da Licodia Eubea a Chiusa Sclafani, da Menfi a Lentini, passando per Enna, Niscemi, Monterosso Almo.
Una distribuzione ampia e preoccupante, che conferma quanto già noto: il fuoco non aspetta Ferragosto.

Tra i promotori: Libera, Legambiente, Flai CGIL, Corpo Forestale, Rifiuti Zero Sicilia, Coordinamento Salviamo i Boschi, Fenice Verde, e molte realtà locali.

«Gli incendi non sono fatalità – dicono – ma il frutto di scelte, ritardi, interessi. Serve informare, sensibilizzare, reagire».

L’assemblea è aperta a tutta la cittadinanza. Perché il fuoco si spegne anche con la consapevolezza.