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13/08/2025 06:00:00

La galleria di Segesta e la ferrovia Trapani-Palermo via Milo, nuove date e nuovi ritardi?

L’ANAS ha confermato ufficialmente: per vedere aperta al traffico la seconda canna della galleria di Segesta, in direzione Trapani-Alcamo al km 7+040, bisognerà attendere dicembre 2025. Il termine iniziale era fissato a dicembre 2023.

 

I lavori erano partiti il 18 gennaio 2022 con la posa della segnaletica. Il progetto, affidato al Raggruppamento Temporaneo di Imprese Steelconcrete Consorzio Stabile (con esecuzione a cura di Cos.it. srl e Unirock srl), vale circa 18 milioni di euro.
 

L’intervento ricalca quanto fatto nella galleria gemella: risanamento strutturale, nuovi impianti di illuminazione, aerazione e segnaletica luminosa, sistemi SOS, videosorveglianza, telecontrollo e antincendio, oltre a un miglioramento della protezione sismica.

 

In teoria, i lavori dovevano durare 700 giorni (23 mesi), ma problemi tecnici ed esecutivi hanno fatto slittare la conclusione. L’ANAS assicura che gli interventi in corso sono “essenziali per la sicurezza e la durabilità dell’opera”. Intanto, gli automobilisti continuano a percorrere una delle arterie principali della Sicilia occidentale con restringimenti e disagi.

Non è la prima volta che la galleria di Segesta finisce sotto i riflettori: per la prima canna ci vollero 47 mesi invece dei 24 previsti, tra indagini antimafia, ispezioni e lungaggini burocratiche, con la consegna avvenuta solo il 30 maggio 2018. Resta la domanda: dicembre 2025 sarà davvero la data definitiva?

 

Trapani-Palermo via Milo: da fine lavori nel 2026... al rischio 2029

 

Se la galleria di Segesta ha i suoi ritardi, la vicenda della ferrovia Trapani-Palermo via Milo rischia di diventare un caso da manuale. Chiusa dal 2013 dopo la frana, l’opera era stata appaltata nel febbraio 2022 con un valore iniziale di 102 milioni di euro, poi saliti a quasi 116 milioni. L’obiettivo era riaprire la linea nel 2026, riducendo di quasi un’ora i tempi di percorrenza rispetto alla tratta alternativa via Castelvetrano.

 

Ma l’interrogazione all’ARS del deputato Stefano Pellegrino ha fatto emergere un dato allarmante: i lavori sono fermi al 10%. Questo ha già portato all’esclusione dell’opera dal PNRR e il rischio concreto è di vedere la riapertura solo nel giugno 2029.

 

Il progetto prevede:

  • Elettrificazione completa della linea; Potenziamento infrastrutturale e adeguamento agli standard tecnologici; Velocizzazione degli itinerari: Il tempo di percorrenza attuale sulla tratta Piraineto-Trapani è pari a 2h e 30’ (via Castelvetrano). L’obiettivo dell’intervento è di recuperare fino a 50’ (via Milo). Sottovia stradale a Trapani per eliminare tre passaggi a livello.

 

La protesta dei pendolari: "Dodici anni di attesa, basta ritardi"

 

Il malumore dei cittadini è sfociato in una lettera aperta lo scorso il 5 agosto dal Comitato Pendolari e da diverse associazioni locali al Presidente della Regione Renato Schifani, agli assessori competenti, a Trenitalia e alle commissioni ARS.
Nella lettera si parla di cantieri fermi o a rilento, di assenza di comunicazioni ufficiali e di uno slittamento “senza spiegazioni” di ben quattro anni. “Chiediamo trasparenza e rispetto per i cittadini della provincia di Trapani. È inconcepibile che non vi sia alcuna comunicazione ufficiale per un ritardo così grave”, scrivono i firmatari.

L’attesa infinita costringe i viaggiatori a usare la linea via Castelvetrano, più lunga e meno comoda, spingendo molti a tornare all’auto privata con conseguenze negative su tempi, costi ed emissioni.

 

Due opere simbolo della lentezza italiana

La galleria di Segesta e la Trapani-Palermo via Milo rappresentano due infrastrutture strategiche per la mobilità della Sicilia occidentale. Ma entrambe stanno accumulando ritardi che minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nei grandi cantieri pubblici.

Da una parte, un’opera stradale che avrebbe dovuto essere pronta nel 2023 ma che, forse, vedrà la luce solo a fine 2025, se verranno rispettati i tempi.
Dall’altra, una linea ferroviaria che, nata per essere il simbolo della modernizzazione, rischia di diventare l’emblema dell’abbandono, con la riapertura rimandata di 16 anni rispetto alla chiusura. Il tempo dirà se queste date saranno finalmente rispettate o se la Sicilia, in questo caso occidentale,  dovrà prepararsi a nuove proroghe.