×
 
 
14/08/2025 06:00:00

Il turismo in provincia di Trapani, tra numeri, realtà e qualche sorpresa ...

La speranza è, come sempre, Birgi. Tutti contano le ore. Le ore che mancano all'annuncio, da parte di Ryanair, del ritorno all'aeroporto di Trapani Birgi della base della compagnia irlandese che mancava dal 2019. Nel mezzo sono successe tante cose. Il presidente dell'Airgest, l'imprenditore marsalese Salvatore Ombra, ha dovuto faticare non poco per tessere le trame manageriali e politiche per riavvicinare Ryanair. E adesso la base tornerà. Base, significa che un aereo della Ryanair "dorme" a Trapani. In pratica fa il primissimo volo del mattino, e l'ultimissimo della notte. Ciò, tra le tante conseguenze, porta un aumento dei passeggeri nello scalo Vincenzo Florio. Gli aeromobili basati dovrebbero essere due, l'obiettivo è raggiungere così il milione e mezzo di passeggeri annui a Birgi già dal 2026, per sostenere tutto il comparto turistico della provincia. Si arriva a questo grazie ai generosi finanziamenti della Regione Siciliana alla compagnia irlandese, e all'eliminazione dell'addizionale per i piccoli aeroporti, che era stata chiesta proprio da Ryanair per favorire lo sviluppo dello scalo trapanese.

 

A questo proposito, Rosalia D’Alì, presidente del Distretto Turistico della Sicilia Occidentale, esprime il suo plauso per l'abolizione dell’addizionale comunale Irpef sui biglietti aerei in partenza dagli aeroporti minori siciliani, definendola "un traguardo di straordinaria importanza". L’abolizione è stata sostenuta economicamente dalla Regione Siciliana e, secondo la presidente, "migliora concretamente la competitività degli scali di Trapani Birgi e Pantelleria". Questa misura "rafforza il ruolo della Sicilia occidentale nei network delle compagnie aeree e offre nuove prospettive di collegamenti, di sviluppo economico e di occupazione". Il Distretto Turistico si augura che l'operatività diventi realtà già da ottobre, in modo da cogliere gli effetti della misura nella fase autunnale, in linea con la strategia di destagionalizzazione.

 

 

 

Tuttavia, il sogno del milione e mezzo di passeggeri è un bel miraggio, ma la realtà, almeno per l'estate 2025, è un po' meno effervescente. Sembra proprio che il bagnasciuga siciliano sia un po' meno affollato del solito, e non solo per via della tintarella meno aggressiva. Dal Distretto Turistico Sicilia Occidentale arriva un comunicato che sa un po' di doccia fredda: si sta assistendo a un calo di presenze nelle città balneari, in Italia e, di riflesso, anche nella nostra provincia di Trapani. Luglio e agosto, i mesi del "tutto esaurito" garantito, vedono operatori turistici lamentare un modesto calo.

 

A rincarare la dose arriva anche la Cna, la Confederazione Nazionale dell'Artigianato, che denuncia un "flop turismo in Sicilia occidentale". L'organizzazione si fa portavoce delle imprese del settore e parla di una crisi sistemica, sottolineando che "la Regione sottovaluta la crisi".  La crisi è sotto gli occhi di tutti, con un aumento delle disdette, soggiorni più brevi e una riduzione sensibile della clientela italiana, da sempre "asse portante della stagione". Di contro, aumentano i "turisti mordi e fuggi, che non pernottano e generano un impatto economico marginale sul territorio".

 

Una tendenza che non è solo una sensazione da ombrellone, ma emerge da uno studio dell’Osservatorio delle Destinazioni Balneari, redatto da JFC srl, che ha preso in esame il periodo tra il 19 maggio e il 26 giugno 2025. La ricerca evidenzia un quadro a macchia di leopardo: una riduzione dei turisti italiani e un incremento dei turisti provenienti dall’estero. Aumentano i "daily user" italiani che si recano in giornata nelle località balneari della penisola, senza alloggiare fuori casa. E poi, c'è una grande difficoltà per le "situazioni mediane", quelle destinazioni e operatori che si collocano nel mezzo per qualità, prezzo e offerta. Insomma, o sei il top o rischi di fare la fine del classico panino in spiaggia.

 

Lo studio ribadisce che la vacanza balneare rappresenta la vacanza primaria nel corso dell’anno per il 51,2% dei connazionali che fanno almeno un periodo di vacanza di una settimana durante l’anno e per il 32,7% degli europei. Eppure, mentre i mercati stranieri tengono e in alcune destinazioni balneari segnano incrementi decisamente interessanti (segnando un +5% di flussi), la vera scossa giunge dal mercato interno, quello nazionale che registrerà una riduzione del –1,1% di flussi complessivi. E se i "daily user" italiani segnano un +1,9%, i “veri” turisti italiani che soggiorneranno lungo le nostre coste almeno una notte durante l’estate caleranno di un significativo -4,1%. Tradotto in soldoni, i referenti dei tour operator e le agenzie di viaggi indicano una riduzione delle vendite relative al prodotto Mare Italia sul mercato interno del -6,4%, mentre rimangono stabili gli indicatori di vendita relativamente al prodotto Mare estero.

 

 

E i prezzi? Nell’estate 2025 i prezzi dell’intera filiera balneare italiana crescono in maniera più moderata rispetto all’ultimo biennio, portando la vacanza balneare a costare il 5,5% in più rispetto allo scorso anno. Il fatturato cresce anch’esso del +2,3%, e questo lo si deve in particolar modo all’incremento di clientela internazionale (che spende di più rispetto ai nostri connazionali). Anche in provincia di Trapani gli operatori stanno rilevando la diminuzione delle presenze così come evidenziate dallo studio. Un trend che andrà studiato a fondo a fine stagione, ma che già impone correttivi a livello nazionale, regionale e locale, e una bella riflessione sulle nuove strategie da adottare.

Secondo la CNA, le criticità alla base della crisi sono chiare: la rete dei trasporti e la mobilità turistica. Il piano voli dell’aeroporto di Trapani Birgi è "annoso" e "inefficiente", con rotte annunciate "in colpevole ritardo", il che impedisce la pianificazione e taglia fuori il territorio dai canali di vendita e promozione. A questo si aggiunge una rete infrastrutturale "al limite del collasso", con strade piene di cantieri, interruzioni, gallerie chiuse da anni e collegamenti ferroviari tra le principali destinazioni turistiche "di fatto inesistenti". Criticità "storicamente insite nel sistema", sottolinea la CNA, "inammissibili nel 2025".

 

A tutto ciò si sommano anche la crisi idrica, che "compromette l’intera filiera dell’accoglienza", e il dramma degli incendi, che "ogni estate" divorano ettari di vegetazione, danneggiando la reputazione della Sicilia, percepita come "fragile, insicura e disorganizzata". I vertici di CNA Trapani concludono che "il fascino naturale della Sicilia non basta più", e che la crisi non è stagionale ma "strutturale", un modello "anacronistico" che non può più reggere. Il turista moderno è esigente e "troppo spesso trova precarietà e improvvisazione". Serve una "cabina di regia regionale" e un piano operativo strutturato, per pianificare per tempo il futuro del turismo. L'organizzazione annuncia che a fine stagione si farà promotrice degli Stati Generali del Turismo della Sicilia Occidentale, "un tavolo di lavoro concreto".

 

A stretto giro di posta arriva la replica del presidente di Airgest, Salvatore Ombra, che difende la Regione e l'aeroporto, pur condividendo con la Cna "l’esigenza di una mobilità più efficiente". Le accuse della Confederazione, secondo Ombra, sono "ingiuste". Il presidente dell'aeroporto ricorda che grazie al "lavoro costante di attrazione di nuove rotte e compagnie aeree" lo scalo di Birgi è passato da poche centinaia di migliaia a oltre un milione di passeggeri. Ma, soprattutto, Ombra sposta l'asse della polemica, individuando una delle concause principali della flessione turistica in un'altra area: "ritengo fondamentale che, oltre agli sforzi già compiuti dalle istituzioni e dal nostro scalo, il comparto turistico continui a investire sulla qualità dell’offerta e a mantenere un equilibrio nei prezzi praticati ai turisti, così da non scoraggiarli a visitare i nostri territori".

In sostanza, per Ombra il problema non è solo l'aereo che arriva in ritardo, ma anche la stanza che costa troppo.  Il presidente di Airgest, in un raro momento di consonanza con la Cna, si dice favorevole alla convocazione degli Stati Generali del Turismo per la Sicilia occidentale, "l’occasione per analizzare criticità e opportunità, mettendo in rete operatori, istituzioni e imprese".

 

 

Ma non è tutto un pianto e uno stridio di gomme bucate. Ci sono anche dati positivi. San Vito Lo Capo, ad esempio, si conferma una delle perle della nostra costa, classificandosi al quinto posto tra le destinazioni balneari scelte dai turisti italiani e stranieri, pur se con tre posizioni in meno rispetto allo scorso anno.E c'è una bella sorpresa sul fronte green: le Isole Egadi sono al primo posto tra le destinazioni balneari percepite dagli italiani come più green e sostenibili, indicate come la località dove vi è un’accentuata sensibilità ambientale, con 802 punti (non erano presenti nella classifica tra le top 20 lo scorso anno).

 

Rosalia D’Alì, presidente del Distretto Turistico Sicilia Occidentale, commenta il trend non confortante, sottolineando come gli stranieri continuino a preferire il territorio, un fenomeno che coinvolge l'intera isola e che tocca da vicino anche le località simbolo della provincia. Ma l'estate 2025, ahimè, sarà ricordata anche per il dramma degli incendi che stanno devastando vaste aree del nostro patrimonio naturalistico e paesaggistico. Bruciano i boschi, la vegetazione, la meravigliosa macchia mediterranea, la nostra identità e viene messa a dura prova anche l’immagine turistica della Sicilia Occidentale, che da sempre si fonda sulla bellezza, l’autenticità e la magia del paesaggio. "L’immagine della Sicilia che brucia danneggia profondamente il nostro posizionamento turistico e richiede risposte immediate", dice D'Alì, chiedendo un impegno straordinario e concreto da parte delle istituzioni regionali e nazionali per affrontare, con risorse e azioni strutturate, l’emergenza ambientale e l’erosione del brand turistico. Il Distretto Turistico è pronto a fare la sua parte, ma è indispensabile e quanto mai urgente una maggiore sinergia istituzionale.

 

 

E a proposito di sinergie e, soprattutto, di destinazioni di denaro pubblico, si accende un nuovo fronte di polemica che ben racconta la complessità del panorama turistico siciliano. Il capo del movimento politico Futuro, il romano Valerio Antonini, non ha lesinato critiche al Sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, e alla stessa Rosalia D'Alì, per la gestione del dossier turismo. Un attacco frontale, quello di Antonini, che accusa D'Alì di "umiliare il territorio a 360 gradi". Ma i fatti, come spesso accade, raccontano una storia con sfumature ben diverse e, a tratti, paradossali.

 

Antonini, infatti, è il proprietario del Trapani Calcio. La sua squadra è stata destinataria di un finanziamento regionale di 300mila euro. Fondi erogati dall'Assessorato ...al Turismo per un progetto denominato "Trapani Invittissima". Un progetto che, sulla carta, doveva promuovere il turismo e valorizzare il territorio. Peccato che, di fatto, il "progetto" coincidesse in larga parte con la normale attività calcistica del Trapani Calcio. Le partite di Serie D e Serie C sono state trasformate in "eventi strategici per il turismo" e ogni trasferta in uno "strumento di marketing". Si sono rendicontate spese per ristoranti, hotel per i ritiri, pullman per le trasferte.  Addirittura, una pubblicità luminosa all'aeroporto di Trapani con la faccia sorridente di Antonini e lo slogan "Non ci basta" è stata rimborsata con soldi pubblici.

 

Di quei 300mila euro totali, circa 296mila sono stati rimborsati dalla Regione Siciliana, coprendo il 79% dell'intero progetto. Una cifra significativa, il figlio del Presidente della Regione, Renato Schifani, tra l'altro, lavora come avvocato per il Trapani Calcio, un dettaglio che non passò inosservato già un anno fa. In questo contesto, le accuse di Antonini alla gestione del turismo locale suonano quantomeno dissonanti, considerando che il "grosso dei soldi" pubblici della Regione Siciliana destinati al settore è finito proprio nelle sue tasche....