Oggi è un giorno decisivo per Trapani. Da mesi la città vive una disputa che va oltre il basket e che oggi approda sul tavolo della Prefettura. Non si tratta solo della gestione di un impianto sportivo, ma di una vicenda che ha intrecciato diritto amministrativo, investimenti milionari, rapporti tra istituzioni e società civile. Il prefetto Daniela Lupo ha voluto riunire le parti, Comune e Trapani Shark, ufficialmente per discutere di ordine pubblico: il timore è che l’avvio della stagione agonistica, sullo sfondo di uno scontro irrisolto, possa alimentare tensioni in città.
Tutto inizia nel 2023, quando il Comune assegna il Palasport – allora in condizioni precarie – alla Shark, che all’epoca era ancora associazione dilettantistica. La convenzione, della durata massima di trent’anni e senza canone, prevedeva che la società si facesse carico di tutti i lavori di adeguamento per riportare l’impianto a livelli accettabili. La squadra ha speso oltre due milioni e mezzo di euro tra parquet, impianti elettrici, condizionamento e sistema antincendio, rivendicando di avere garantito in tempi record la possibilità di giocare le partite casalinghe.
Con la promozione in Serie A è arrivata l’imposizione della Lega: trasformarsi in Srl. Qui nasce la frattura. Secondo il Comune, la nuova natura giuridica fa decadere la convenzione del 2023, aprendo alla necessità di un nuovo bando. Da Palazzo d’Alì è stato dato mandato agli uffici di predisporlo, con la conseguenza che la durata della gestione scenderebbe da trent’anni a due, rendendo impossibile ammortizzare gli investimenti. Antonini, presidente della Shark, si oppone fermamente: sostiene di avere anche pareri che confermano la continuità del rapporto e accusa il Comune di volerlo estromettere.
La vicenda si è complicata ulteriormente sul fronte delle spese correnti. Durante la stagione scorsa si è aperta la polemica sulle bollette energetiche e sui costi di gestione: Antonini ha contestato il Comune per non avere rispettato gli impegni, mentre l’amministrazione ha replicato sottolineando che la società non può chiedere ulteriori vantaggi economici oltre a quanto già ottenuto.
Nelle ultime settimane si è tentato di riaprire il dialogo. Il sindaco Tranchida aveva concesso alla Shark l’utilizzo del palazzetto per la stagione 2025-2026, fissando però al 31 ottobre il termine ultimo per trovare un’intesa. In parallelo è stata valutata anche la strada di un subentro tecnico da parte di “Trapani for Future”, società dilettantistica collegata alla proprietà, che consentirebbe di mantenere formalmente valida la convenzione. Ma Antonini ha interrotto ogni confronto, cancellando il tavolo tecnico previsto ieri e confermando la disponibilità solo per l’appuntamento odierno in Prefettura.
Al vertice parteciperanno Tranchida e Antonini, ma non il dirigente ai Lavori Pubblici Orazio Amenta, ufficialmente in ferie. Al prefetto spetta il compito di riportare la contesa su un terreno condiviso, scongiurando che lo scontro si traduca in proteste di piazza. Intanto Trapani attende risposte: la stagione sportiva è alle porte e il destino del PalaShark rimane appeso tra atti amministrativi, interessi economici e la passione di una tifoseria che non vuole assistere a un braccio di ferro senza fine.