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30/09/2025 17:03:00

"Il co-marketing per l'aeroporto di Trapani Birgi è un modello che impoverisce"

Negli ultimi giorni numerose testate giornalistiche hanno celebrato l’annuncio di un nuovo “mega accordo” tra la Regione Siciliana e la compagnia aerea Ryanair. Titoli entusiastici come “Trapani decolla senza l’addizionale” raccontano l’abolizione dell’addizionale comunale e l’arrivo di due nuovi aeromobili basati a Trapani, con 23 rotte di cui 11 completamente nuove e l’obiettivo dichiarato di superare il milione di passeggeri entro l’anno.
Un’iniziativa presentata come “ambiziosa” e capace di generare “800 posti di lavoro”, maggiore connettività e crescita economica.

Dietro la retorica degli annunci, tuttavia, emerge una realtà ben diversa, la Regione Siciliana continua a spendere ogni anno milioni di euro in accordi di “co-marketing” con Ryanair per mantenere le rotte da e per Trapani. Quella che viene descritta come una strategia turistica vincente si rivela, in realtà, un meccanismo che arricchisce pochi e rende il territorio ostaggio delle decisioni delle compagnie aeree, con conseguenze devastanti per l’economia locale.

I numeri del co-marketing

Gli atti amministrativi parlano chiaro:

  • DDG n. 262/S4 del 06/02/2025: impegno di € 3.109.397,82 sul capitolo di spesa 474102 a favore dell’aeroporto Airgest.
  • DDG n. 907-S4 del 16/04/2025: disposizione di erogazione di € 442.827,23 (di cui € 425.114,15 da liquidare ad Airgest S.p.A.).
  • DDG n. 3005-S4 del 15/09/2025: accredito di € 812.094,84 in favore di Airgest S.p.A.

Totale: € 4.364.319,89.

A questo va aggiunto l’impegno di 8 milioni di euro all’anno previsto dalla finanziaria regionale per sostenere e rilanciare l’aeroporto di Trapani nel triennio 2025–2027: 24 milioni di euro complessivi.

Un incentivo mascherato da promozione

Il co-marketing viene spesso presentato come la soluzione a tutti i problemi della connettività siciliana. In realtà, è un palliativo che crea dipendenza.
Per usare una metafora: è come somministrare un antidolorifico a un malato di cancro senza avviare la chemioterapia necessaria.

Il co-marketing può avere senso come leva iniziale per attrarre rotte e compagnie, ma quando diventa strategia permanente si trasforma in un vicolo cieco. La Sicilia non può continuare a finanziare un modello che arricchisce pochi e lascia tutti più fragili.
Servono criteri di valutazione trasparenti e investimenti strutturali per costruire un turismo sostenibile e di qualità.

 

Ufficialmente, i fondi per il co-marketing servono a finanziare attività promozionali (banner, newsletter, loghi sugli aerei) ma nella sostanza si tratta di incentivi per mantenere le rotte. Il risultato? Benefici immediati ma instabilità e fragilità nel lungo periodo.

Oltre Trapani, di cui tutti conosciamo le sorti nel 2017, quando la Camera di Commercio ha finanziato Ryanair, finiti i fondi, i voli sono stati drasticamente ridotti e l’aeroporto è entrato in crisi. È ancora: Alghero (Sardegna): dopo la riduzione dei contributi nel 2016, Ryanair ha tagliato numerose rotte con un crollo del traffico.

  • A Parma il co-marketing si è rivelato un vicolo cieco, incapace di produrre risultati sostenibili. La svolta è arrivata con l’ingresso di un partner internazionale: una scelta strategica che ha consentito una crescita in autonomia, senza piegarsi ai ricatti.

Anche la Commissione Europea ha più volte indagato questi schemi, considerandoli potenziali aiuti di Stato illegittimi e, in alcuni casi, imponendo la restituzione dei fondi.

Studi come quelli di Paolo Beria e Antonio Laurino hanno evidenziato come gli incentivi aeroportuali in Italia producano effetti temporanei e incerti. Una ricerca della Banca d’Italia dimostra che l’aumento dei passeggeri low-cost non coincide con una crescita stabile della spesa turistica, segno di un turismo “mordi e fuggi”.

Si rischia di trasformare la Sicilia (negli aeroporti minori) e in particolare la provincia di Trapani in una destinazione a basso valore aggiunto:

  • - turisti che scelgono la meta solo per il prezzo del biglietto;
  • - soggiorni brevi e spesa ridotta;
  • - zero fidelizzazione e totale dipendenza dalle compagnie aeree.

Esiste una strada diversa e più funzionale?

Si, esiste, ma non piace! I fondi oggi destinati al co-marketing potrebbero essere investiti in progetti strutturali:

  • - riqualificare siti culturali e archeologici abbandonati;
  • - migliorare infrastrutture e servizi turistici;
  • - trasformare e migliorare i trasporti pubblici: veloci, capillari ed efficienti
  • - promuovere la provincia di Trapani in modo integrato e diretto;
  • - stringere partnership con tour operator, non solo con le compagnie aeree.

 

Il turista deve scegliere Trapani e la Sicilia per la qualità e unicità dell’offerta, non per il prezzo del biglietto. Serve un turismo che resta, spende e fidelizza.

È arrivato il momento di scegliere la strada più lunga ma più solida. Una strada che può far soffrire oggi ma che garantisce benessere domani. Una strada incompatibile con gli interessi della politica di breve termine, ma necessaria per il futuro di Trapani e della Sicilia.

 

Vincenzo Di Dia



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