Crisi idrica, Tranchida attacca la Regione: "Un orrore". Gli aggiornamenti per Trapani
La crisi idrica in provincia di Trapani resta drammatica e il sindaco Giacomo Tranchida sceglie un tono durissimo nei confronti della Regione Siciliana. In un video diffuso ieri sera, dopo una riunione a Palermo con l’esecutivo regionale e i sindaci del territorio, il primo cittadino ricostruisce la situazione e individua le responsabilità: «Non è stato un errore, ma un orrore. Quattro milioni e mezzo di metri cubi d’acqua della diga Garcia sono stati distribuiti all’agricoltura, invece di essere conservati per l’uso potabile. Oggi 20 comuni rischiano di rimanere senz’acqua».
L’acqua torna in città: centro storico verso l’erogazione completa
Tranchida ha confermato che i rilanci dei pozzi Bresciana sono stati riavviati dopo il fermo necessario ai lavori di collegamento emergenziale con Siciliacque. Dai serbatoi di San Giovannello si registra già lo sfioro:
Centro storico: distribuzione completa prevista giovedì 27 novembre.
Trapani nuova: erogazione totale prevista venerdì 28 novembre.
Il primo cittadino sottolinea che Trapani è stata chiamata «in modo solidaristico» a soccorrere le comunità dell’ambito idrico, molte delle quali dipendono quasi integralmente dalla diga Garcia: «Stiamo facendo la nostra parte, ma non lascerò la città a secco per un tempo indefinito».
La gestione della diga Garcia: “Un disastro che ha messo a rischio 20 comuni”
Il nodo centrale è lo svuotamento della diga regionale Garcia, ormai ridotta a metà della sua capacità. La Regione ha parlato di "errore di calcolo" del Consorzio di Bonifica: «Ma quattro milioni e mezzo di metri cubi sono un orrore — replica Tranchida — che ha messo in ginocchio 20 comuni della provincia. E a quanto pare il responsabile è lo stesso coinvolto in un’inchiesta che tocca il sistema della mala politica palermitana».
Il sindaco punta il dito anche sul fatto che la diga non si stia riempiendo nonostante le piogge: «Abbiamo chiesto spiegazioni. Ci hanno detto che c’è un "timido" afflusso d’acqua. Due affluenti sono decisivi: il Belice destro scarica a mare, il Belice sinistro porta poca acqua. Stanno verificando: lo speriamo tutti, perché in caso contrario tra due
o tre settimane arriviamo allo stop totale».
Il piano della Regione: collegare Arancio e Garcia
La Regione ha annunciato che Siciliacque sta lavorando per collegare la diga Arancio (tre milioni di metri cubi disponibili) alla Garcia. L’obiettivo è garantire il minimo indispensabile fino a febbraio 2026.
Dissalatore: “Servono nuovi moduli, ma il costo va spalmato su tutta la Sicilia”
Il sindaco ammette che il dissalatore — avviato con tre mesi di ritardo — oggi è l’unica garanzia. Ma l’acqua dissalata costa molto di più: «Non può essere un costo scaricato su Trapani. Se l’acqua è di tutti, il costo va spalmato su tutta la Sicilia. Non consentirò che le famiglie trapanesi paghino l’emergenza creata dagli errori della Regione».
Tranchida chiede nuovi moduli oltre ai 96 litri al secondo prodotti oggi.
La proposta: usare l’acqua depurata per l’agricoltura
Il sindaco rilancia un’altra soluzione: convogliare a fini irrigui l’acqua depurata che oggi Trapani scarica a mare: «Parliamo di circa 200 litri al secondo. Basterebbe finanziare gli interventi necessari: sarebbe un supporto reale all’agricoltura, senza intaccare le risorse per uso potabile».
Consiglio comunale aperto
Oggi la vicenda approda in Consiglio comunale, in una seduta aperta alla città. «Trapani sta facendo sacrifici per aiutare le comunità vicine — conclude Tranchida — ma la Regione deve assumersi le sue responsabilità. Il sistema idrico è complesso: quando manca l’acqua, però, significa che c’è stato un errore o un orrore. E quando c’è un orrore, c’è anche malavita».
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