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18/09/2025 06:00:00

Marsala, Massimo Grillo: Sindaco del cemento (e dei pensionati a passeggio)

Non è vero che il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, ha amministrato questi cinque anni senza una visione della città. Perché è vero che dietro questo fiorire di cantieri, questo spendere soldi, questo dare incarichi non c’è una strategia politica, se non quella della sopravvivenza della piccola casta politica locale che Grillo rappresenta. Ma una visione c’è.

 

Palma dopo palma, cazzolata dopo cazzolata, Grillo sta costruendo una città a sua immagine e somiglianza: una città per gente che ha il vitalizio, per pensionati.

Io ho un concetto molto forte della cittadinanza, lo collego alla responsabilità. Chi mi conosce lo sa: per me essere un cittadino significa essere responsabili. È per questo che mi interrogo sempre sulla bontà della spesa pubblica. E davvero mi fa stare male l’idea che un giorno i miei figli mi chiederanno: «A Marsala come avete speso i finanziamenti straordinari del Pnrr?»

E io risponderò: «Per fare ippodromi, per costruire lungomare, teatri all’aperto».
E ai miei figli, che mi ricorderanno che il Pnrr si chiama così perché ha a che fare con la parola “rinascita” e non con la parola “resort”, ai miei figli che mi ricorderanno che i debiti fatti da noi li dovranno pagare loro, ai miei figli che mi odieranno per questo spreco, io risponderò, quel giorno, invitandoli a calmare i loro bollenti spiriti, facendosi una passiata al quartiere inglese o nel nostro infinito lungomare.

 

Il vero scandalo, però, non è che con i soldi del Pnrr l’amministrazione di Marsala non ha creato un solo posto di lavoro. Non è neanche la massa di opere pubbliche ingestibili, che saranno una pietra tombale per la spesa corrente di ogni sindaco che verrà.

Il vero scandalo è che tutto questo è stato fatto con il caro vecchio cemento.

Come se non ci fosse alternativa che costruire, costruire, cementificare.

Quanto sta avvenendo al Parco di Salinella, al centro del lungomare di Marsala, è emblematico. Con la scusa di “tutelare l’area” si sta costruendo un teatro all’aperto da 800 posti. Un’opera che sfregia il paesaggio e aggiunge un altro contenitore da gestire per un Comune che non sa neanche tenere aperto il teatro comunale.

 

 

Perché? Perché l’idea è quella di una città da cartolina, buona per i pensionati facoltosi.

E allora ecco l’ippodromo con annesso campo di padel. Siamo l’unica città in Italia che ha speso i fondi del Pnrr così. Cemento in mezzo alle sciare, con la beffa ulteriore che il Comune dovrà portare lì strade, luce, servizi. Con costi che graveranno su chi verrà dopo.

Cemento è anche il padiglione per le malattie infettive accanto all’ospedale: un’opera pensata nel 2020 per l’emergenza Covid, e che oggi, cinque anni dopo, è ancora in corso, simbolo di una politica che posa prime pietre senza avere neanche i progetti.

E poi c’è lo Stagnone, la Riserva naturale orientata, che questa amministrazione ha deliberatamente scelto di non preservare: via libera ad attività intensive, chioschi, fuochi d’artificio, musica disco. Lì, lo scheletro della pista ciclabile è diventato il simbolo di una sconfitta. Smantellare le piste ciclabili è stato il primo obiettivo di Grillo. Ha vinto lui. Con uno spreco di milioni, oggi Marsala ha piste inservibili, in una città dominata dalle auto.

 

Ed è di cemento il futuro che l’amministrazione immagina. Nel nuovo regolamento edilizio si riducono le superfici destinate ad agricoltura e verde, e si raddoppiano quelle per le piscine. Alla faccia della crisi idrica.

Ecco la visione di Grillo: una città di cemento, senz’anima, senza futuro. Una città per chi può permettersi di guardarla dall’alto di una terrazza, sorseggiando un calice di vino. Non per chi la vive, la lavora, la sogna.

 

Giacomo Di Girolamo



Editoriali | 2025-12-04 06:00:00
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